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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

La scenografia de #lamicodeglieroi

Si fa per scherzare ma nemmeno troppo. La pagina è stata comprata oggi sul Corriere della Sera per dimostrare affetto a Marcello Dell’Utri.

(Per chi invece volesse aiutare i “nemici” di Dell’Utri a produrre il nostro libro e il nostro spettacolo può farlo andando qui)

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E intanto i Boss(i) vanno a processo

Anche se Salvini ha il potere di dimenticare spesso (e di voler fare dimenticare) oggi c’è una notizia che vale la pena leggere:

La Procura di Milano ha chiesto il processo per Umberto Bossi, i suoi due figli Riccardo e Renzo e altre 6 persone per la vicenda della gestione dei fondi della Lega. Le accuse a vario titolo sono appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato per circa 40 milioni. Chiesta l’archiviazione per l’ex vicepresidente del Senato Rosi Mauro.

L’inchiesta era stata chiusa lo scorso novembre con la contestazione di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” ossia i rimborsi elettorali ricevuti dal Carroccio in base ai rendiconti al Parlamento del 2008 e 2009. Una truffa allo Stato commessa, secondo i pubblici ministeri, in concorso con Maurizio Balocchi, segretario amministrativo della Lega ormai deceduto, per quanto riguarda il rendiconto dell’esercizio 2008 e con Francesco Belsito, ex tesoriere leghista per il 2009 e 2010. Con tanto di inganno ai presidenti di Camera e Senato e ai revisori pubblici delle due assemblee che autorizzavano i rimborsi basandosi su rendiconti volontariamente falsati “in assenza di documenti giustificativi di spesa e in presenza di spese effettuate per finalità estranee agli interessi del partito politico”.

Toh!

Ci dicevano che la questione morale fosse una bufala per scalzare la segreteria (e intanto sono spariti):

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Dall’Italia dei valori agli arresti nell’inchiesta sulle «spese pazze» in Liguria. Le due consigliere regionali Marylin Fusco e Maruska Piredda sono state arrestate e messe ai domiciliari, dalla Guardia di finanza per una ipotesi di peculato relativa alle spese effettuate nel 2012 con i soldi del gruppo dell’Idv, di cui facevano entrambe parte.

La Procura indagava su voci di spesa apparentemente lontane da cose che potevano rientrare nelle cosiddette “spese di rappresentanza“: migliaia di euro per viaggi, parrucchieri, giochi, modellini di auto, frigoriferi, divani, casse di vino, oltre che per tablet, computer, capi di abbigliamento, cravatte. Era emerso che il gruppo aveva già speso a ottobre l’intera somma a disposizione per il 2012, 230mila euro, al punto che vi furono problemi per pagare i compensi dei cinque dipendenti del gruppo. Ci pensò poi di tasca propria uno dei consiglieri indagati, Maruska Piredda.

La notizia è qui.

Adesso, a sinistra

Sulla mia proposta semplice semplice si vede che anche Civati (ma sono in tanti, vedrete) concorda e a Livorno presenterà azioni uscendo dalle discussioni. Basta ascoltarsi e rilanciare, confrontarsi e agire, mettersi insieme per contare. Contarsi, invece, lo facciamo dopo e se tutto viene fatto seriamente sarà una bella sorpresa. Sicuro. Io, su questo, ci sono. Subito.

A proposito di pentiti (e di assurde tesi circolanti)

Un’agenzia Adkronos:

“Serve qualche pentito di corruzione. E abbiamo ancora bisogno dei collaboratori di giustizia. Le mafie sono al sud ma anche a Roma e al nord Italia, come in Lombardia, Piemonte, Liguria e in Emilia Romagna”. Lo sottolinea il procuratore capo della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, nel corso del convegno ‘Il perdono di Dio e il perdono degli uomini”, tenutosi oggi a Roma. “I collaboratori di giustizia sono importanti – continua Pignatone – perché dimostrano che è possibile una vita diversa. E’ la prova provata che è possibile anche in Sicilia, Calabria e Campania rompere le catene che le associazioni mafiose hanno costruito in 150 anni”.

“Lo Stato – precisa – ha accettato il fenomeno dei collaboratori di giustizia per necessità. Lo Stato ne aveva bisogno, perchè era in ginocchio. Per questo ha fatto un patto con i pentiti, concedendo loro una serie di benefici in cambio dell’ammissione delle loro responsabilità e di dichiarazioni sul fenomeno dell’associazione mafiosa che avessero il carattere di novità”. Pignatone puntualizza che “è stato firmato un contratto” con i pentiti e conclude: “Lo ha fatto Buscetta e, anni dopo, lo fa anche Iovine”.

Presente all’incontro anche il sostituto procuratore della Repubblica di Roma Luca Palamara, che evidenzia come “il ruolo dei pentiti” sia “insopprimibile” per tutti coloro che sono “chiamati a svolgere indagini e a ricostruire fatti avvenuti lontano nel tempo”.

Io, vi prego, anche se non siete giornalisti

Di prendervi il tempo di ascoltare la riunione della Commissione plurilaterale al Dipartimento Informazione ed Editoria di Palazzo Chigi presieduta dal Sottosegretario on. Luca Lotti in cui si decide “l’equo compenso” per i giornalisti. E magari di fare una riflessione su una professione che diventa sempre di più volontariato:

Quando il tempo era Migliore

“Si disconosce il luogo comune e pubblico del confronto, si disconosce la validità delle sedi collettive del partito e però si vuole mettere di fronte al fatto compiuto il partito nel suo complesso dicendo ‘siete voi che ci rendete la vita impossibile'”.

marzo 2007, Gennaro Migliore parla di Turigliatto.

Decimata la cosca Molè. C’è anche “l’attore” romano Stefano Sammarco

arresti-ndrangheta-in-manette-attore-stefano-sammarco-600x300Operazione del Ros e dei carabinieri di Roma e Reggio Calabria, denominata “Mediterraneo”, contro la cosca Molè della ‘ndrangheta: 54 le ordinanze di custodia cautelare in carcere che i militari stanno eseguendo dalle prime ore della mattina in diverse regioni. Sequestrati beni e quote societarie per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, traffico di armi e stupefacenti ed intestazione fittizia di beni.

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GUARDA L’ELENCO DEGLI ARRESTATI

Dei 54 arresti solo 25 sono stati eseguiti nella Piana di Gioia Tauro. Tra questi sono finiti in manette le nuove leve della cosca Molè, tra cui i giovani rampolli della famiglia, due ventenni. Sono scattate le manette anche per gli armieri della cosca e alcuni affiliati ritenuti “importanti”. Una ventina di arresti, invece, sono stati eseguiti tra la Capitale e l’Umbria, dove avveniva il reimpiego dei soldi illecitamente accumulati dalla cosca. Poco meno di una decina di arresti sono stati eseguiti anche in provincia di Catanzaro.

Al centro delle indagini del Ros, coordinate dalla procura distrettuale antimafia reggina, le attività illecite di quella che viene considerata una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta, con diramazioni in tutta Italia e all’estero. Le indagini, in particolare, hanno documentato i “consistenti interessi” della cosca in ramificate iniziative imprenditoriali e commerciali in Calabria, Lazio ed Umbria, oltre alla gestione di ampi settori della distribuzione delle slot machine su tutto il territorio nazionale.

Accertati anche, sottolineano gli investigatori, “rilevanti traffici di armi dai paesi dell’est europeo e l’importazione di ingenti carichi di stupefacenti dal nord Africa”. Secondo gli inquirenti, inoltre, ci sarebbero “consistenti interessi” della cosca ramificate in iniziative imprenditoriali e commerciali in Calabria, Lazio ed Umbria, oltre alla gestione di ampi settori della distribuzione delle slot machine su tutto il territorio nazionale.

C’è anche l’attore romano Stefano Sammarco tra i 54 arrestati nell’operazione antimafia “Mediterraneo”. L’accusa per lui è pesantissima: associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L’attore era già stato arrestato nel 2012 per spaccio di hashish.

A proposito della scomunica ai mafiosi

Le parole “sante” sono di Don Maurizio Patriciello:

“Mafiosi fuori dalla Chiesa, non siano ammessi ai sacramenti. La Cei dia però indicazioni vere e regole chiare, che siano valide per tutti i sacerdoti”.