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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

La prof senza nome

scuolaNo, non vi racconto di lei, ho promesso, ma di normali commozioni. Grondanti di tenerezza da far schifo a me per prima. E invece non c’è niente di retorico, è la normalità. Che una prof si commuova per i temi che legge scritti dai suoi alunni, per i pensieri troppo grandi di ragazzi così piccoli, per le piccole opere d’arte disegnate o gli sgorbietti con dedica e te li scambi come le figurine, specialmente quando arrivano dal figliol prodigo. Quello che era andato via e te lo sei visto tornare una mattina.

“Guarda, guarda, leggi qua “io un giorno andrò via per ritornare””e non partono mai “Tu guarda questo quanto è bravo… Non imbrocca un verbo ma guarda che bella mano”.

Ce l’ho, ce l’ho, mi manca. Quello col padre in carcere? Ce l’ho. Quello che viene a scuola in pigiama e si riaddormenta sul banco? Ce l’ho. Quello che ti salta giù dalle finestre? Ce l’ho. Quella brava che sembra che frequenti un college? Ce l’ho. La madre dell’alunno che si presenta con la scopa in mano fuori dai cancelli perché te le vuol dare e non potendo entrare si scatena col cofano? Ce l’ho. E il fidanzato di quella della 3G che si pianta alla finestra e le manda baci da fuori e le lancia baci perugina e tu stancamente al bidello “maniscalco senta me lo allontana da fuori”? Ce l’ho. E l’alunno che ti ha aggredita? Ce l’ho. E la varicella a 42 anni e il morbillo a 44? Se vabbè. Giuro. Ce l’ho. Ce l’ho.

E quello che dice “basta con questa retorica delle scuole a rischio?” Cavolo, ne ho tre, no..forse di più.. E quello che si sente uno strafigo pazzesco nel dirti “sì, ma i prof di oggi, ai miei tempi…”? E il ministro che viene a visitare la scuola dopo l’atto vandalico, regala una targa al preside e una medaglietta al primo della scuola e però ti taglia il fondo di funzionamento d’istituto e non ci son soldi per i supplenti e dunque quel giorno la 3G entra a 2° ora e Mannino la prima ora se la passa a tirar pietre da fuori a quelli della 2F che gli hanno detto “troia tua madre”? E che fai? Lo sospendi così continua a tirar pietre da fuori? Te lo tieni in classe. Ce l’ho. Ce l’ho. E il prof che arriva e ti dice “ma siete pazzi?” rimane 15 giorni e se ne va? E quello che fa più danni che altro? Ce l’ho. Dai, qualche testa di cazzo c’è,  normale statistica.

E ridiamo, eccome se ridiamo. E ci incazziamo. Eccome se ci incazziamo.

Sempre bravissima Mila Spicola e il suo guardare la scuola con gli occhi del cuore.

Un buon voto di fine anno

Dunque domani in Lombardia si vota per le primarie dei parlamentari di SEL e PD. Conta sottolinearlo perché su giorni, orari e modalità mi sembra che ci sia un po’ di confusione e allora forse è il caso di ricordarlo.
Qui trovate il sito per le primarie, qui l’elenco dei seggi, qui i candidati SEL nella circoscrizione Lombardia 1.

Io scriverò con convinzione Paolo Oddi e Patrizia Quartieri per la Camera: perché l’agenda del primo poggia su un bilancio umano che si preoccupa più dell’uguaglianza che del pareggio e perché il lavoro di Patrizia in Consiglio comunale a Milano è sotto gli occhi di tutti.
Per il Senato scrivo Roberto Imberti perché credo che faccia bene a SEL giovarsi della sua esperienza.

Il merito comunque credo che vada riconosciuto a tutti i candidati (alcuni che apprezzo, altri che non ho avuto modo d conoscere) che rendono questo 29 dicembre un altro giorno di partecipazione che non può che fare bene alla politica, ai partiti e a noi.

Qualcuno mi chiede di me: noi siamo qui a lavorare per portare avanti il lavoro in questa Lombardia che ci sta tanto a cuore e che sembra potersi slegare dal formigonismo di questi anni. Lo facci perché credo nell’impegno che mi sono preso già due anni fa con i miei elettori e perché credo che un “pezzo” di rivoluzione (o meglio di “prepotente evoluzione”) debba essere coltivato qui. Lo faccio perché sono uno OSTINATAmente Smoderato che non ama i travestimenti centristi che si vogliono arancionare e riciclare anche qui: insomma credo che ci sia da continuare a fare lo “scassaminchia” in Lombardia. Qualche piccolo mistificatore parla di un assessorato che mi è stato garantito. Me l’aspettavo (l’avevo predetto qui): chiederò l’assessorato alle malelingue croniche così ho già in mente una folta schiera di dirigenti.

Poi qualcuno mi chiede di Civati che come saprete (e se non. Lo sapete apprendetelo in fretta e spargete e voce agli amici di Monza e provincia) partecipa alle primarie per la Camera nelle liste del PD in Brianza. Pippo di queste primarie è uno dei “padri” lombardi per l’impegno con cui le ha chieste e ottenute: era normale che questa fosse la strada che ora deve percorrere (tra l’altro mettendosi in gioco senza rivendicare pesi interni o posti garantiti. La sua non è una dipartita, è un allargamento (chilometrico e politico) di collaborazione.

Buon voto.

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Le primarie di fine anno (con qualche consiglio)

icona_primarie_selE’ appena passato Natale ed è già #primarieparlamentari. Sarà la campagna elettorale più veloce del west. Si vota il 29 dicembre (e, qui in Lombardia, non anche il 30 come si scrive da qualche parte) ed è comunque una vittoria per chi aveva insistito tanto anche dalle nostre parti in SEL.

Certo avremmo potuto arrivare più preparati, con una definizione del regolamento in anticipo di qualche giorno, avremmo potuto pensare ad una data diversa come suggeriva Pippo (a proposito, nella lista PD in Brianza per le #primarieparlamentari c’è anche Pippo Civati, ed è un bel scrivere) ma ora la campagna d’inverno è partita e in questi poche ore c’è da leggere, consultare, costruire e attivare il passaparola.

La lista dei candidati di SEL in Lombardia (che trovate qui) è pronta e servita, ricca di belle differenze e ricchezze. Mi permetto (sommessamente, pacatamente, eh) di suggerire due nomi per noi lombardi:

Patrizia Quartieri è la nostra capogruppo in Comune a Milano, candidata su Milano alle primarie per la Camera, ha gli occhi sulla politica che piacciono a noi. Nel suo appello scrive: sono convinta che la felicità delle persone vada perseguita come un traguardo politico da parte di chi governa con un progetto di società inclusiva, fondato sui valori della Costituzione. A partire da un rilancio della scuola pubblica e di qualità, dal lavoro come condizione di dignità, dal riconoscimento dei nuovi cittadini, da una parità di genere come percorso educativo a 360 gradi. Equità, laicità, solidarietà e sobrietà insieme al rispetto dell’ambiente sono la cornice entro cui realizzare una buona politica. In tanti ci crediamo. Spero di poter esserne una portavoce. E io spero di avere in Parlamento una portavoce così.

Roberto Imberti si candida per il Senato (e quindi si può votare in tutta Lombardia) e conosco il suo impegno e la sua serietà. Impegno e serietà senza bisogno di avere sotto il braccio l’agenda Monti.

E siccome le preferenze (sia per la Camera che per la lista del Senato) sono due (uomo e donna) a Milano c’è anche Paolo Oddi. Se vi capita in questi giorni seguitelo: l’agenda Oddi dicono che abbia molto da dire, per la Camera del Parlamento che verrà.

 

Babbo Natale seduto sul tavolo

nata2Non mi ricordo più chi diceva che il Natale era un terrificante microscopio che ingrandisce le solitudini e che accarezza le carezze per leccarsi le ferite. Forse non è mai nemmeno esistito qualcuno che dicesse una cosa del genere, ho sempre avuto un pericolante senso della citazione. Però a Natale ci si sveglia sempre con un senso di polvere in testa. Forse più borotalco che polvere.

Ecco, stamattina pensavo a tutti questi auguri che si srotolano come una sfilata di corsa di modelli scalzi e affannati che ci passano tra le mille passerelle che collegano le persone nel mondo. Auguri prestampati come un biglietto da visita banale stampato a cinque euro nella cabina della stazione, auguri urlati come le mani che sventolano in piazza mercato, auguri che si infilzano come un conato di qualcosa che speravi di avere dimenticato, auguri fatti con gli occhi che ti guardano negli occhi appena apri gli occhi, auguri che tutti gli anni sono una richiesta di aiuto per perdere quel tono degli auguri di tutti gli anni, auguri soli come sono soli gli auguri che si sforzano di sorridere, auguri di passaggio che per un giorno sostituiscono il buongiorno, auguri che stanno lì come un presepe scollegati dal resto del mondo, auguri sussurrati come un dovere che si vorrebbe avere il coraggio di sfidare, auguri sussurrati perché si sappiano solo tra loro due, auguri che non arrivano, auguri di padri che disturbano i figli lontani mentre spacchettano i regali di qualcun altro e auguri che rimangono nella penna e te ne pentirai, sicuro.

Stamattina avrei voluto svegliarmi e trovare Babbo Natale con la sigaretta in bocca seduto sul tavolo per bere con noi un buon caffè. Almeno per riuscire a riderci su.

Ah, auguri, eh.

 

La smoderatezza linguistica dei moderati

Ragionamento che parte da una premessa: le parole della politica sono intrise di significati e quelli effettivi molto spesso non coincidono con quanto si intende far apparire. Il termine “moderato” è uno dei più classici esempi di questa polisemia ad uso mistificatorio. Come dovrebbe aver dimostrato l’uso/abuso che ne ha fatto –

attribuendosi tale titolo – uno smodato cronico quale Silvio Berlusconi, sdoganatore di tutte le nuance di fascismo disponibili, legittimatore in proprio o per interposta persona (da Dell’Utri a Lunardi) della malavita organizzata, machista fallocrate a livelli deliranti…

Certo, a confronto di siffatto personaggio chiunque risulterebbe cultore dell’equilibrio, ossia la connotazione che si vorrebbe attribuire all’essere moderati. Equilibrio come scelta della via di mezzo, in base alle indicazioni di una saggezza disinteressata che tiene conto di tutti e non vuole penalizzare nessuno.

Ma è questa la ricetta praticata dai presunti moderati? In effetti risulta esattamente il contrario; sicché quella connotazione psicologica che viene proclamata (la moderazione dovrebbe essere uno stato d’animo), in effetti è una maschera per realizzare politiche al servizio di specifici interessi. E a danno di ben chiari soggetti.

Insomma, un’abile costruzione comunicativa per turlupinare il corpo elettorale e incamerare consensi maggioritari da investire in politiche vantaggiose per minoranze di privilegiati. Una storia che va avanti da quando il suffragio universale ha obbligato il Potere a sostituire l’intimidazione diretta, esercitata sui corpi, con la manipolazione delle menti. Comunque, storia che è tornata a rinverdire negli anni Ottanta, con l’attacco allo Stato Sociale: il compromesso reaganiano che assicurava ai meno abbienti di accedere ai consumi grazie all’indebitamento consentito dal credito facile, andato in tilt con l’esplosione delle bolle finanziarie.

Pierfranco Pellizzetti sulle parole che in Politica sono importanti.

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Se si minaccia a Magenta

Sarà che costa fatica innamorarsi delle storie più piccole, quelle che non hanno boati nei nomi e nelle cose, quelle notizie che scivolano per qualche minuto nell’indignazione del dopo pranzo e tutti guardano la foto a tavola – la conosci?- è la figlia di? – e tutte quelle altre cose lì.

C’è anche un “giornalino”: li chiamano così i fogli di provincia, con un certo sgarbo, quelli che annaspano pronti a qualsiasi coltellata per una mezza colonna sui quotidiani nazionali.

E poi c’è il luogo, piccolo, periferico e con un nome pure cacofonico: Magenta.

Schermata 2012-12-22 alle 13.10.58Insomma, arriva un proiettile in busta gialla alla redazione del settimanale “L’Altomilanese” (destinatari: Ersilio Mattioni, direttore del settimanale Altomilanese e Giampiero Sebri, promotore della Carovana Antimafiadell’Ovest Milanese) e qualcuno in queste ore mi vorrebbe convincere che è una questione locale, roba da quattro righe, buona per cucinarci un’indignazione à la carte passeggera come un raffreddore che ti aspettavi. E invece no. No perché in Lombardia i quotidiani locali hanno alzato la testa sul tema delle mafie molto prima che ne scattasse la moda e perché nelle realtà lontane dagli schermi e gli scranni si rischia di concimare la solitudine e l’isolamento che è il migliore regalo alle mafie.

Come scrive Il Fatto Quotidiano (così bistrattato eppure sempre così presente su questi temi):

Altomilanese dà fastidio a destra e a sinistra. Ma soprattutto alla ‘ndrangheta, ben radicata nell’hinterland e a cui ogni settimana Mattioni e la sua redazione dedicano intere pagine di approfondimento. La cronista Ester Castano, per esempio, diffidata e accusata del reato di diffamazione pluriaggravata dal sindaco Pdl e professore di religione Alfredo Celeste, intercettato mentre parlava al telefono con presunti ‘ndranghetisti, per aver condotto un’inchiesta sul territorio.Una denuncia presentata da un sindaco agli arresti domiciliari per corruzione dal 10 ottobre 2012, stesso giorno in cui a Sedriano furono arrestati marito e padre di due consigliere della giunta Celeste: il medico del pavese Silvio Marco Scalambra accusato dalla magistratura di essere il collettore di voti della ‘ndrangheta e l’imprenditore dell’oro Eugenio Costantino legato alle coscheDi Grillo-Mancuso. Da parte di Silvia Stella Fagnani e Teresa Costantino, rispettivamente moglie e figlia dei due imputati detenuti al carcere San Vittore, l’intenzione di dimettersi chiesta a gran voce dalla cittadinanza è pressoché nulla.

Un’esigenza urlata ai megafoni e portata in piazza dalla Carovana Antimafia dell’Ovest di Milano di cui Giampiero Sebri, co-intestatario dell’augurio natalizio con bossolo, è fondatore ed esponente di spicco. Mattioni e Sebri si incontrano a Sedriano, all’indomani degli arresti di Celeste, Costantino e Scalambra. Nel frattempo la situazione di Ester Castano, cui Mattioni e Sebri restano vicini, è finita anche nelle relazioni di Ossigeno per l’Informazione, l’osservatorio sui giornalisti minacciati.

Per questo, oltre alla solidarietà scontata, è il caso di alzare il tiro anche noi. Per quello che possiamo e cercando di tenere salda la “rete”. E per questo abbiamo ritenuto di scrivere al Prefetto per accendere una luce, in tutto questo buio. Ecco qui:

Magenta, 23/12/2012

 spett. PREFETTO DI MILANO

dott. Gian Valerio Lombardi

Corso Monforte, 31 – 20122 MILANO

 

RICHIESTA DI INCONTRO: sospetti tentativi di infiltrazione mafiosa nel comune di Sedriano

Spett.le sig Prefetto, i sottoscritti Rappresentanti istituzionali chiedono un incontro di carattere urgente con la S.v. al fine di poter esprimere le più vive preoccupazioni in merito alle vicende giudiziarie inerenti il Sindaco Alfredo Celeste e l’Amministrazione comunale di Sedriano (MI), della quale siamo a chiedere un intervento rapido di scioglimento.

PREMESSA

Il sindaco di Sedriano si trova agli arresti domiciliari dal 10 ottobre 2012, arresti confermati dal Tribunale del Riesame in data 6 novembre 2012, con l’accusa di corruzione.

Il reato di corruzione del quale è imputato è aggravato dal fatto che i corruttori sarebbero due esponenti dell’imprenditoria locale, Eugenio Costantino e Marco Silvio Scalambra, a loro volta imputati, sottoposti a custodia cautelare in carcere per il reato di associazione di stampo mafioso (416bis).

Gli stessi Costantino e Scalambra, secondo l’Ordinanza di custodia cautelare, avrebbero legami con cosche della ‘ndrangheta e che avrebbero compravenduto voti delle famiglie mafiose all’ex assessore regionale Domenico Zambetti.

La moglie di Scalambra, Silvia Stella Fagnani, e la figlia di Costantino, Teresa, siedono tuttora tra i banchi della maggioranza in Consiglio comunale a Sedriano.

Dalle intercettazioni si possono evincere gli interessi particolari dei due presunti boss in merito a piani urbanistici proposti dalla Giunta sedrianese e in merito ad appalti per opere e srevizi.

Sempre dalle intercettazioni si è potuto constatare il grado di confidenza e di famigliarità del sindaco Celeste con i due soggetti, ad esempio quando lo stesso sindaco chiese aiuto al Costantino al fine di fronteggiare presunte contestazioni ad una cerimonia che avrebbe visto protagonista la consigliera regionale Nicole Minetti.

RITENUTO CHE

più volte i Carabinieri e la GDF hanno perquisito gli uffici comunali e requisito documentazione, anche dopo gli arresti del sindaco e l’indagine è tuttora in corso;

nella stessa inchiesta che vede imputato Celeste sono stati arrestati, con l’accusa di associazione mafiosa, diversi esponenti della ‘ndrangheta nella zona del magentino;

l’amministrazione comunale non ha alcun intenzione di dimettersi;

chiari avvertimenti e intimidazioni di stampo mafioso stanno giungendo a chi si è esposto negli ultimi mesi a denunciare il pericoloso connubio mafia-politica a Sedriano, per ultimo l’invio di una busta contenente un proiettile alla redazione del periodico locale L’Altomilanese avvenuto il 20 dicembre 2012;

CONSIDERATO CHE

fermo restando il principio di presunzione di innocenza degli imputati sino al terzo grado, è più che giustificato il sospetto che la malavita organizzata stia entrando nella vita e nelle scelte dell’Amministrazione comunale;

è fondamentale dare un segnale di fermezza e ridare dignità all’istituzione più vicina ai cittadini, i quali non possono essere più rappresentati da soggetti sopra i quali aleggiano sospetto tanto preoccupanti;

CONSAPEVOLI DEL FATTO

che i tentativi di infiltrazione mafiosa riguardano gran parte della provincia di Milano e che il fenomeno della presenza mafiosa riguardi tutto il Nord Italia, ma a Sedriano vi è l’espressione più palese di questi tentativi;

che il sig. Prefetto detiene tutti i poteri in ambito di prevenzione alle infiltrazioni mafiose e di scioglimento di consigli comunali in via preventiva e cautelativa;

SIAMO A CHIEDERE

che il sig. Prefetto ci conceda udienza il prima possibile;

che voglia intervenire in maniera urgente sciogliendo il consiglio comunale di Sedriano e la sua Giunta.

 

Ringraziando per l’attenzione

siamo ad augurarLe buone festività natalizie

firmato

GIULIO CAVALLI, Consigliere regionale Lombardia, MASSIMO GATTI, Consigliere provinciale Milano, SERGIO MAESTRONI, Sindaco di Pregnana Milanese, ALFIO COLOMBO, Vice sindaco di Arluno, IGOR BONAZZOLI, Consigliere comunale di Arluno, LUIGINA MILANESE, Consigliera comunale di Corbetta, MANUEL VULCANO, Consigliere comunale di Magenta

A proposito di leggi pro mafia

Di slot e videopoker ne parliamo da qualche tempo, grazie all’aiuto di Giovanni Tizian ne abbiamo voluto fare anche una scena dello spettacolo “Duomo d’onore“. Ci sono leggi (o meglio emendamenti notturni e a soppressa) che anche se di poche righe si portano dietro l’odore di tutti i capitoli dei libri di storia di questi ultimi anni.

Gli emendamenti sul decreto stabilità che interessano il gioco d’azzardo sono sconcertanti, come scrive Balduzzi. E forse sarebbe il caso che anche le regioni (magari cominciamo noi, qui in Lombardia) trovino il tempo e la voglia di legiferare in questo senso. Perché c’è molto di più di un pulsante o una manovella dietro le slot: c’è un sistema che ingrassa e porta (troppo) spesso alle mafie. E i firmatari di una legge che ne facilita il lavoro.

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