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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Pane e primarie

Mangiamo pane e castagne, in questo chiaro di luna, 
le mani ben ancorate su questa linea. 
Domani ce lo diranno dove dobbiamo andare, 
domani ce lo diranno cosa dobbiamo fare. 

Mangiamo pane e primarie tutti i giorni ma Ambrosoli va bene anche senza“: e invece no.

Come abbiamo avuto modo di dire ieri (e forse vale la pena ribadire oggi) abbiamo accolto con piacere la disponibilità di Umberto Ambrosoli a correre per il centrosinistra in Lombardia ma riteniamo indispensabile la sua partecipazione alle primarie già partite. Un’investitura costruita con un’ampia partecipazione popolare può solo fare bene a Umberto, a noi e alle secondarie che rimangono il vero obiettivo in Lombardia. Senza il passaggio delle primarie il quadro politico sarebbe un’altra cosa perché non ci può essere contraddizione tra Ambrosoli e le primarie.

Giulio Cavalli, Pippo Civati

Un consiglio ad Umberto

Umberto Ambrosoli si candida, ha sciolto le riserve. Ora passi dalle primarie sul serio e si faccia riconoscere dalla partecipazione democratica evitando la fastidiosa sensazione di élites che concordano tra loro. Come scrive bene Pippo non farlo sarebbe un errore. E un peccato. E metterebbe in difficoltà molte coscienze democratiche, a cominciare dalla mia.

Qui il video della conferenza stampa (con un titolo fuorviante).

Il percorso e le regole e il Gronchi rosa

Questa sera avevo deciso di dormirci sopra perché la candidatura di Ambrosoli è una notizia bifronte: un nome credibile e senza ombre per la Lombardia e un percorso incredibile, incredibile proprio nel senso letterale di “senza credibilità”. Il percorso. Il percorso e le regole, appunto: quelle cose lì che in politica sono il termometro della serietà del progetto molto di più dei suoi interpreti e alla fine ne stabiliscono la serietà.

Per questo avevo deciso di dormirci sopra. Ma prima di farlo vorrei che si rileggesse quello che scriveva Pippo proprio oggi pomeriggio quando chiedeva di non andare a sbattere, perché dal pericolo di “ciascuno il suo” alla fine rischiamo di cadere nel “solo a modo suo” e non è una buona notizia. Per tutti.

‘Notte, eh. Al posto di contare le pecore potete guardare la foto in cui si annunciano le primarie per il centrosinistra in Lombardia: è un Gronchi rosa della politica lombarda.

 

 

L’asse Lega – PDL

“Rilevo ormai senza stupore che il Presidente Formigoni persiste nelle sue inopportune invasioni di campo. Oggi è addirittura entrato nel merito di quanto ha affermato nei giorni scorsi il Ministro dell’ Interno Cancellieri sulla prima data utile per il voto ostinandosi a riproporre il 16 dicembre che è tecnicamente e a norma di legge improcedibile.

Professor Formigoni, che cerca di dare lezioni anche al Ministro dell’ Interno, la smetta con questo atteggiamento: non è più il primo della classe. E visto che invita tutti “ad assumere atteggiamenti di grande responsabilità”, cominci a dare l’esempio e inizi a stare zitto”.

Così il Presidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) commenta le dichiarazioni del Presidente Formigoni sulla data del voto delle elezioni regionali in Lombardia, quelli che dovrebbero essere stati “eccellenti” in questi anni e che qualcuno si ostina a volere imitare partendo semplicemente da sinistra (e dal centro). Come se fossero importanti le provenienze e non le direzioni. Come se la credibilità politica (che anche dalle nostre parti in troppi si preoccupano di analizzare come se fosse stata una cosa seria) non sia stata semplicemente una lunga farsa. Qui non servono moderati: servono eversori. Davvero.

Le nostre differenze ci uniscono.

Le nostre differenze ci uniscono. Tu e io abbiamo l’enorme fortuna di vivere in un paese dove si nasce uguali qualunque sia il nostro aspetto, ovunque siamo cresciuti o chiunque siano i nostri genitori. Una buona regola è trattare gli altri nel modo in cui speri che loro trattino te. Ricorda ai tuoi compagni di scuola questa regola se ti dicono qualcosa che ferisce i tuoi sentimenti.

Obama risponde così (risponde, davvero) ad una bambina americana di 10 anni. Il G2 epistolare dei diritti (senza palazzi, rinfreschi e lobby) lo riporta Il Post qui.

La lezione americana (primaria) che non vogliamo imparare in Lombardia

Rosy Battaglia trova le parole giuste per dire delle primarie in Lombardia attraverso il suo sito:

Dopo tutto questo, nella regione che al nord detiene il primato per i beni confiscati alle mafie, sia chiaro, io voglio le primarie.

Altrimenti, potrebbe osservare il giornalista estero, ( e mi vedo già un bell’articolo su Le Monde o The Guardian, tradotto da Internazionale  a raccontarmelo nelle prossime settimane) che, quasi quasi, ci dispiaccia che il governatore Formigoni non possa ricandidarsi per la quinta volta.

Perchè dico questo? Perchè apprendiamo, velatamente, in un “si dice o non si dice”,  che forse qui, in Lombardia, dopo 18 anni di celeste formigonia,  non c’è bisogno di farle, le primarie, il 15 dicembre  (alzi la mano chi lo sapeva).

Che forse c’è il candidato giusto, Ambrosoli. Ah forse non c’è più. Ma allora non c’erano già  Giulio Cavalli e Pippo Civati (che le avevano chieste da tempo immemore) ?

“No, non ci  sono i tempi, niente primare, convergiamo sul nome”.

Eh no, cari miei. I tempi ci sono ma quello che manca è fegato e coraggio. Ma non ci incantate più con  strategie di dalemiana memoria.

Ne abbiamo fatto già fatto abbondante uso nelle ultime quattro tornate elettorali in Lombardia,  ed abbiamo visto come è andata a finire.

Ecco perchè io voglio le primarie. Come in America.

Ma la lezione non l’abbiamo ancora imparata.  Loro hanno Facebook,noi c’abbiamo il sito?

Facciamole, allora, queste primarie  e via libera alle candidature!

Se Milano confisca la mafia

“La mafia non esiste” firmato: la mafia. A Milano i beni confiscati smettono di essere orrori da nascondere per un dannosissimo senso del pudore e finalmente si prendono la briga di parlare e di fare parlare di sé. Noi ci vediamo domenica alle 21:30 presso Ortomercato Discoteca Sogemi Via Lombroso, 54.

La Lombardia si colloca al quinto posto in Italia per numero di beni confiscati alla mafia, con 807 immobili attualmente confiscati. 
Secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC), nella sola città di Milano si contano circa 300 beni, tra immobili e aziende, sottratti alla criminalità organizzata.
Questi spazi rappresentano una ricchezza per la città e per le associazioni che vi operano. Sono la prova tangibile dell’Antimafia che prevale sulla mafia.
Il 9-10-11 novembre il Comune di Milano, in collaborazione con Libera e ANBSC, promuove il 1° Festival dei beni confiscati alle mafie.
Nel corso delle tre giornate numerosi beni verranno aperti a tutti i cittadini con l’obiettivo di promuovere la cultura della legalità e rendere visibili immobili che in passato hanno rappresentato il fulcro dell’attività illegale e che oggi ospitano progetti sociali importanti per la città.
All’interno degli immobili si svolgeranno attività per bambini, performance teatrali e musicali, film e documentari, presentazioni di libri, secondo la direzione artistica curata da Barbara Sorrentini. Saranno inoltre organizzate visite guidate di scolaresche.

 I beni aperti per il Festival sono localizzati in tutta la città e tre (via Cenisio 25, via Canonica 87, via Baldinucci 13) saranno inaugurati in occasione del Festival: in tutto sono 19 quelli aperti al pubblico. Saranno aperti anche due beni simbolo della lotta alla ‘ndrangheta a Milano: la discoteca della Sogemi all’Ortomercato, chiusa nel 2009 dopo la relazione annuale antimafia e il Centro sportivo comunale Iseo, parzialmente danneggiato un anno fa da un incendio doloso. Nell’ex locale delle cosche si esibiranno tra gli altri Giulio Cavalli, con l’anteprima dello spettacolo “Duomo d’Onore”, Manuel Ferriera nel monologo “Lezione di Tango all’Ortomercato” e Vinicio Capossela.

 

La mossa del cavallo

Sì, lo so, bisognerebbe parlare di contenuti, di programmi, e degli obiettivi che ci proponiamo. Lo so bene che tutto questo questionare su alleanza e candidati sta diventato un solletico fastidioso come sono fastidiosi i solletichi fastidiosi ma le criticità rischiano di diventare una farsa e forse bisogna tenere il punto.

Abbiamo chiesto con forza le primarie (io e Pippo Civati di sicuro, gli altri non so), le abbiamo ottenute (regolamento, garanti e il resto sono qui), qualcuno è già partito (Alessandra Kustermann oggi tiene la conferenza stampa per presentare la propria candidatura, in bocca al lupo), qualcuno sta decidendo e ci si organizza per la raccolta firme.

Poi Giuliano Pisapia dice che le primarie sono importanti e indispensabili, poi che sono superabili con una candidatura forte. Poi il segretario lombardo del PD Maurizio Martina dice che le primarie sono partite, ma che si può trovare una candidatura unitaria.

Tutto, il contrario di tutto e se possibile contemporaneamente: fa sorridere che quando sommessamente avevamo detto che l’aria su queste primarie sapeva un po’ di ombra ci avevano accusato di essere complottisti.

Bene: noi, per quanto ci riguarda, ci siamo. Abbiamo scavalcato la finestra del punto di non ritorno. E lavoriamo. E siamo in viaggio.

Saverio Tommasi intervista Giulio Cavalli

Da Fanpage.it

Giulio Cavalli è un attore e realizza spettacoli di teatro civile, ed è consigliere regionale della Lombardia. Giulio Cavalli è da anni sotto scorta perché minacciato dalla ‘ndrangheta: “Sono l’unico consigliere regionale che entra con i carabinieri, non esce con i carabinieri dal consiglio regionale”. Il nostro Saverio Tommasi ha deciso di passarci una giornata per raccontare, in esclusiva per Fanpage.it, l’uomo Cavalli. Il politico. L’attore. Il cittadino. L’arlecchino. Lo zanni. L’antimafioso. Lo scrittore. Giulio Cavalli ha avuto tante definizioni, non tutte corrette e non tutte date con affetto. Ma lui è tranquillo, sorride e s’impegna. E scherza: “Un tempo i giullari venivano seppelliti fuori dalle mura della città perché non erano ritenuti degni di stare con gli altri cittadini nemmeno da morti, come le prostitute. E se pensi che oggi un giullare e una prostituta sono nel consiglio regionale della Lombardia questo ti dà l’idea dello stra-ordinario”. Giulio Cavalli ci ha condotto nei luoghi di ‘ndrangheta, raccontandoci la famiglia Cosco di via Montello, a Milano, a due kilometri dal Pirellone, sede della regione Lombardia. E poi a Buccinasco, vero cuore della ‘ndrangheta milanese. Giulio Cavalli ci ha parlato di ‘ndrangheta, ma anche di scorta, di figli e di politica. E lo ha detto chiaramente: lui è candidato alle primarie perché “si è rotto i coglioni della faccia più democristiana del PD”, ed è convinto che il cambiamento, in Lombardia “non potrà venire da una faccia più onesta di Formigoni ma incapace di applicare politiche diverse”, ma potrà venire solo da un “deciso evoluzionario. Direi ‘rivoluzionario’, ma poi la Digos segnala. Perciò dico prepotente evoluzionario”. Perché Giulio Cavalli è così, gioca con le parole, ne riscopre alcune e tenta di strapparne altre alla cultura mafiosa. Tra queste anche “uomo d’onore”, una dizione spesso utilizzata riferendosi a personaggi mafiosi, ma che troviamo anche nella nostra Costituzione fra le qualità che un buon amministratore deve possedere.