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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Emergenza: stiamo perdendo la sanità pubblica

Una delle tante mail che mi arrivano quotidianamente sulla sanità lombarda. Questa volta da Brescia. Forse vale più di cento comizi. Se non “ripubblicizziamo” la Lombardia questa volta non ce lo potremo perdonare:

La politica di Formigoni, circa il destino della sanità pubblica è stata reazionaria, fin dalla sua comparsa alla guida della nostra regione.
Ho iniziato a lavorare in qualità di psicologa clinica nel 1978; era l’incipit della nascita dei consultori familiari. Ho visto la loro evoluzione, con la partecipazione della popolazione, i comitati di gestione ecc. A Brescia negli anni 80 si contavano 9 consultori familiari, uno per circoscrizione, nel tempo si sono ridotti a 5, per poi arrivare ai giorni nostri a tre. Tra pochi giorni si chiuderà l’ennesimo consultorio e gli unici due consultori pubblici a confronto con ben 4/5 consultori privati accreditati dalla regione. Nella provincia la situazione è ancora più grave. Spesso i servizi privati accreditati sono di tipo confessionale, dietro i quali vigila la compagnia delle opere.
La qualità dei servizi erogati non sono comparabili al servizio pubblico, è naturale che il privato curi il propio interesse economico e spesso a scapito della qualità delle perstazioni, i dipendenti assunti, sono malpagati e spesso assunti con modalità di alto precariato.
Se poi il risparmio non è evidente come sembra, ma a voi il compito di verificare qualità , flussi informativi e costi., Che senso ha la politica della sanità privata? A me risulta che abbiamo guadagnato in scarsa qualità di servizio,  sfruttamento del personale e poi non tutte le prestazioni sono erogate dai consultori accreditati di tipo confessionale, es per l’i.v.g., non dovremmo garantire la laicità dei servizi?
Una nota la richiede i prossimi tagli previsti, il 20% della dirigenza ed il 10% del comparto e le relative strutture di coordinamento..ma nessuno è andato a vedere che il numero piu elevato di strutture anche nella sanità sono state attribuite ai dirigenti amministrativi?
A livello nazionale , le strutture prettamente sanitarie sono circa il 9%, mentre le strutture degli amministrativi , che da sempre fanno da padroni sono di circa il 45%.  La lombardia rientra nello standard nazionale. La dirigenza degli amministrativi detiene il potere della conoscenza legislativa e burocratica, e spesso abusa di questo, ed il confronto con le strutture apicali ne è la prova. L’esempio dello storno dei fondi degli psicologi sui loro stipendi per molti anni, è esaustivo. Da molti anni, nonostante i ricorsi partiti in tutta italia, sono pochi i colleghi che hanno avuto sentenze positive. In lombardia questo ricorso langue da molti anni tra le maglie dei tribunali.
Ma la giustizia non  era uguale per tutti,? purtroppo invece è volubile a seconda di giudici collusi con il potere locale.
Siamo in un clima di controlli..ma non ci vuole molto a monitorare le carriere nella asl e nelle A.O., basterebbe verificare la percentuale di tessere di un paio di partiti…oppure tutto è cosi casuale? Solo i più meritevoli appartenmgono a determinati partiti?
La gente non conosce ciò che sta avvenendo. Troppi anni di mal governo sono riusciti ad annichilire, addormentare le persone. Forse adesso ci sono cenni di risveglio, ma è già troppo tardi o no? Oltre oceano, Obama ha fatto sforzi incredibili per riportare la sanità pubblica in America, prima non esisteva il diritto alla cura se non avevi carte di credito adeguate!
Lo sappiamo tutti che la sanità pubblica e la scuola pubblica sono la garanzia di uno stato democratico.

Giulio Cavalli ad Affaritaliani.it: “Per le primarie se si vuole il tempo lo si trova”

di Fabio Massa da Affari Italiani

Giulio Cavalli, consigliere regionale di Sel, attore antimafia, in un’intervista ad Affaritaliani.it spiega: “L’alleanza Lega Nord-Pdl è un teatrino irresponsabile, davvero poco divertente. E’ un gioco delle parti che non vuole essere altro che la ricaduta in piccolo degli accordi che ci saranno a livello nazionale”. A sinistra? “Siamo pronti, c’è la sintesi. Ma l’alleanza con l’Udc è impossibile. E non sono convinto che ci si debba mettere d’accordo con assessori che sono usciti eroici dalle loro bagatelle con Formigoni”. Infine, su Civati: “Credo sia molto difficile che potremo sfidarci”

Giulio Cavalli, lei da sempre è impegnato nella lotta contro la mafia. Che cosa ne pensa del fatto che la richiesta di arresto sia stata avanzata un anno fa e solo recentemente è stato dato seguito? Può essere un dettaglio per i complottisti…
Si tenga conto che con l’operazione Infinito di due anni fa, si sono aperti inevitabilmente dei filoni anche più politici. E’ evidente che per un reato come questo, o si hanno elementi in mano, oppure si attende di averli. Non credo che ci siano retropensieri, si tratta solo di una grande attività investigativa.

Torniamo alla politica: l’alleanza tra Lega Nord e Pdl è definitivamente tramontata?
L’alleanza Lega Nord-Pdl è un teatrino irresponsabile, davvero poco divertente. E’ un gioco delle parti che non vuole essere altro che la ricaduta in piccolo degli accordi che ci saranno a livello nazionale. Oggi parlare di accordi, o rinviare decisioni politiche ad aprile, di fatto significa rimandare a un’altra era. Non mi aspetterei di rivedere Lega e Pdl insieme.

A sinistra siete pronti a sfidare il centrodestra sulle Regionali? Avete qualche idea in comune oppure è un caos di opinioni divergenti?
Su alcuni punti fondamentali c’è la sintesi nel centrosinistra. Pd, Idv e Sel hanno dimostrato una comunione d’intenti e siamo riusciti a fare sintesi spesso. Sono d’accordo sul fatto però che bisogna aprire, come dice Martina. Ora bisogna vedere però che le aperture non siano strabiche.

Che cosa vuol dire?
Che un’apertura ai moderati e ai centristi a me suona molto strana. Meglio guardare a sinistra e ai movimenti. L’alleanza con l’Udc è impossibile, il piano nazionale l’ha già chiarito. Io vorrei un processo per il quale si smetta di parlarsi tra segreterie e si inizi a parlare tra elettori. Sono convinto che il Movimento 5 Stelle o alcuni elettori della Lega, potrebbero ascoltare le nostre idee. Ma non sono convinto invece che ci si debba mettere d’accordo con assessori che sono usciti eroici dalle loro bagatelle con Formigoni.

Ogni riferimento ad Alessandro Cè è puramente voluto?
Ogni riferimento è puramente causale.

Il centrosinistra potrebbe non avere il tempo di fare le primarie.
Se si vuole il tempo lo si trova. Non vorrei essere il grillo parlante, ma con Affaritaliani.it lo avevamo già detto tempo fa: le primarie andavano fatte prima che Formigoni cadesse. Il colpo d’ala adesso non è stare a vedere l’agonia del Formigoni morituro per capire chi ci pianterà sopra la bandierina per dire “l’ho ucciso io”. Qui non siamo al safari. Il colpo d’ala è un progetto politico chiaro, con un percorso chiaro. E con le idee chiare. Il colpo d’ala è l’indicazione di una data delle primarie che possa coincidere con la data del voto a dicembre.

Pippo Civati è candidato alle primarie nazionali. Però adesso dice che si sente più vicino alla sfida lombarda. Avete una buona intesa. Che cosa ne pensa?
Non credo molto nei personalismi. Credo nelle idee. Io e Pippo possiamo avere idee molto vicine. Credo sia molto difficile che potremo sfidarci. E’ ovvio che ho una lontananza con il contenitore politico che lo ospita qui in Lombardia, il Pd.

Civati pare si sia avvicinato molto a Stefano Boeri, in questi mesi.
Su questo mi sembra che abbiamo due modi, due stili e due scenari radicalmente diversi.

Che faccia a metterci la faccia

Andiamo con ordine: l’appuntamento di questa sera a Palazzo Lombardia è importante per la presenza dei cittadini e, finalmente, l’emersione dell’indignazione civile. Quella stessa indignazione civile che aveva chiesto Giuliano Pisapia, civile e civilissima ma non disposta a tollerare tutto questo. Per questo eviterei sfilate di politici, lo dico adesso sapendo che non sarà così.

Poi c’è in questo momento in atto un vecchio trucco che si insinua tra le pagine di qualche quotidiano e nei corridoi atterriti del Pirellone: “niente personalismi”, dicono e dicono bene se coloro che lo chiedono sono gli stessi che stanno già costruendo sintesi, programmi e idee; perché se a dire “niente personalismi” sono quelli che confidano in un personalismo strutturale e di segreterie di partito allora il trabocchetto si svela subito.

La partita (una volta succedeva anche nei partiti) la fanno i programmi, le idee, i contenuti, le regole (mi raccomando: le regole, in fretta) e le persone e le facce: io ci metto la faccia.

Ci metto la faccia non perché la faccia debba essere per forza la mia ma perché la mia faccia si prende la responsabilità di essere garante delle posizioni che assumo.

Ci metto la faccia perché i partiti sono un mezzo e non un fine e le coalizioni una squadra e non una somma algebrica.

Ci metto la faccia perché qualsiasi decisione verrà presa ne rispondo guardando negli occhi.

Ci metto la faccia perché in questo pantano non siamo tutti uguali e lo dico a testa alta.

Ci metto la faccia perché chi cercherà di fare saltare le primarie dicendo che è tardi o chi cercherà di farci ingerire alleati indigesti o accrocchi non mi troverà con il sorriso servile.

Ci metto la faccia perché abbiamo le idee chiare e le difendiamo senza che vengano svendute in nome della fretta o delle emergenze.

Ora è il momento dell’unità e dell’inclusione per il dopo Formigoni. E di facce che mettano sul tavolo le idee. Mettendoci la faccia.

 

Lombardia, anche Giulio Cavalli si candida alla guida della Regione (da IL FATTO QUOTIDIANO)

di Mario Portanova per IL FATTO QUOTIDIANO

Una Lombardia post-formigoniana “più sociale e più laica”. E’ l’obiettivo di Giulio Cavalli, autore teatrale, consigliere regionale di Sel, uno dei protagonisti delmovimento antimafia “nordico”. Mentre la crisi fra Pdl e Lega precipita verso le elezioni anticipate, Cavalli annuncia la propria candidatura alla guida della Regione, attraverso la probabile tappa delleprimarie del centrosinistra lombardo. E si propone come una netta alternativa a Bruno Tabacci, il centrista ex casiniano attuale assessore al Bilancio a Milano nella giunta Pisapia, da tempo coltivato dal Pd come possibile “cavallo” per la corsa regionale.

“Quando Tabacci era presidente della Lombardia (dal 1985 al 1991, ndr) io avevo dieci anni”, spiega Cavalli a ilfattoquotidiano.it. Ma non è solo una questione generazionale: “La Lombardia è sempre stata un avamposto del liberismo nazionale, per esempio sul fronte della scuola privata – e temo che nel centrosinistra qualcuno possa mantenere lo stesso modello, semplicemente con interpreti più etici e meno ladri. Io questa volta non faccio il valletto di candidati dalle ‘cinquanta sfumature di grigio’”.

Le eventuali primarie del centrosinistra lombardo sono ancora tutte da costruire. Un’ipotesi è che vi partecipino, per scegliere un candidato comune, PdIdv e Sel. Oltre a Tabacci, tra i possibili candidati c’è Pippo Civati, eterno dissidente dei democratici. Cavalli, eletto in consiglio con l’Italia dei valori prima di passare al partito di Nichi Vendola, potrebbe pescare consensi fuori dal suo partito, anche nell’area dipietrista e persino nella cosiddetta “antipolitica“. Tra l’altro è stato l’unico politico “esterno” invitato all’iniziativa del Movimento 5 stelle per le dimissioni di Formigoni.

Molti punti fermi del programma di Cavalli vanno incontro anche ai gusti “grillini”. Per esempio uno stop alle infrastrutture “a volte dannose o inventate per lo sviluppo di centri commerciali“, una legge contro il consumo di suolo, l’housing sociale “che non favorisca il Ligresti di turno”, unalegge “anticorruzione”. Per i suoi spettacoli antimafia, l’attore è da diversi anni sotto scorta per le pesanti minacce ricevute. E così si chiude il cerchio sulla goccia che ha fatto traboccare il vaso degli scandali che hanno travolto la Regione Lombardia e la maggioranza formigoniana in primis:l’arresto dell’assessore Domenico Zambetti, accusato tra l’altro di aver comprato voti dalla ‘ndrangheta. “Penso che finalmente in Lombardia sia passato il concetto che l’antimafia non sia una cosa da opuscoli e convegni, ma una questione che è tutt’uno con il sistema di potere regionale”, conclude Cavalli. In caso di successo, dunque, come Palazzo Marino anche il Pirellone avrà la sua Commissione antimafia.

Finalmente Regione Lombardia è diventata una questione meravigliosamente ‘pubblica’

[comunicato stampa]

Forse sarebbe meglio che Formigoni si prendesse la responsabilità di continuare questa sua patetica lite domestica con la Lega con più tranquillità dopo avere dato le dimissioni da Presidente della Regione Lombardia. Avrebbe modo di non bloccare l’istituzione e soprattutto i lombardi con dispetti e personalismi che sono irrispettosi e dannosi nel momento di crisi che sta attraversando anche la nostra Regione.

A noi centrosinistra invece spetta il compito di iniziare un serio percorso di ascolto con i cittadini che in questi mesi hanno dimostrato di essere civilissimi nell’individuazione dei bisogni, senza perdere tempo nella pruriginosa osservazione dell’abbattimento del formigonismo abbiamo l’obbligo di indicare il più chiaramente e il più velocemente possibile la strada e le modalità dell’alternativa con primarie e regole certe per non ripercorrere i balbettamenti nazionali.
Finalmente Regione Lombardia è diventata una questione meravigliosamente pubblica e la lobby che conta oggi è solo quella dei lombardi.

Se non ora quando?

Siamo (quasi) alla fine. Per capire la schizofrenia del Carroccio bisogna distinguere due piani: quello nazionale e quello lombardo. A livello nazionale Maroni non vorrebbe rompere con il Pdl proprio mentre insieme stanno concordando la riforma della legge elettorale mettendo a rischio anche il governo del Piemonte e del Veneto. In Lombardia però si ragione in un altro modo: Formigoni è finito, presto o tardi arriverà qualche altra novità dalla procura e se la Lega non si sgancia adesso finirà per apparire come quella che lo ha sostenuto fino all’ultimo. Dunque meglio staccare la spina subito e passare dalla parte degli eroi almeno all’ultimo minuto, dopo vent’anni di governo insieme. Per questo i leghisti hanno già organizzato anche una specie di referendum: sabato prossimo nei loro gazebo chiederanno ai cittadini se vogliono che Formigoni resti o vada a casa. La risposta sembra scontata vista l’esultanza con cui la base leghista ha accolto la decisione del consiglio federale.

Un articolo da condividere in pieno di Giorgio Salvetti per Il Manifesto. Comprese le ultime righe.