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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Primarie “aperte”

Non so voi, ma mi hanno colpito le frasi di Bersani sul Corriere quando dice: «non andremo con un’ammucchiata». Quindi senza Di Pietro? «Se il voto fosse domani non ci sarebbe storia: lui sarebbe fuori». Invece la porta è sempre aperta per Casini: «I centristi sanno che non si può non governare con la sinistra riformista. D’altronde anche quello che sta succedendo in Europa lo dimostra: Bayrou in Francia si è spostato a sinistra. Quindi il Pd può pure vincere le elezioni, ma in ogni caso proporrò ai moderati un patto di legislatura».

Ecco, io trovo che sia una gran bella notizia che ci siano primarie aperte. Sul serio. E trovo anche che sia stato coraggioso Bersani a metterle sul tavolo. Ma sono solo io a non capire di quale coalizione si sta parlando? E, se ce ne sono diverse in campo, quali sono e chi propone cosa?

Questa non è la Lombardia: tutti gli indagati

Non è l’immagine della regione che dovrebbe rappresentare:

Daniele Belotti (Lega Nord) è indagato per una vicenda di tifo violento verificatasi a Bergamo l’8 febbraio 2011. E’ ritenuto l’anello di congiunzione tra le istituzioni e la tifoseria; deve rispondere di concorso in associazione per delinquere.

Monca Rizzi (Lega Nord), indagata a Brescia per presunti dossieraggi nei confronti di avversariall’interno del Carroccio, si è dimesso il 16 aprile 2012.

Davide Boni (Lega Nord) il 6 marzo 2012 il presidente del consiglio regionale lombardo viene indagato per corruzione per un totale di circa un milione di euro, soldi che potrebbero essere finiti nelle casse del partito di Umberto Bossi. L’indagine si concentra su presunte tangenti in campo urbanistico.

Renzo Bossi (Lega Nord) indagato a Milano per truffa ai danni dello Stato nell’inchiesta sui fondi della Lega, con il padre Umberto e il fratello Riccardo il 16 maggio 2012. 

Nicole Minetti (Pdl) il consigliere regionale è indagata insieme a Lele Mora ed Emilio Fede per induzione e favoreggiamento della prostituzione nella vicenda di Ruby. L’iscrizione nel registro avviene il 15 gennaio 2010.

Gianluca Rinaldin (Pdl) il 16 aprile 201o viene iscritto nel registro degli indagati per corruzione, truffa aggravata, finanziamento illecito ai partiti e falso. L’inchiesta riguarda presunte tangenti nel settore turistico del lago di Como. L’indagine era stata ribattezza la “Tangentopoli lariana”.

Massimo Ponzoni (Pdl) il 19 settembre 2011 l’ex assessore regionale all’Ambiente é indagato per bancarotta e poi per corruzione, nonché coinvolto nella maxi-operazione Infinito contro la ‘ndrangheta. Arrestato.

Franco Nicoli Cristiani (Pdl), ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta per una presunta tangente da 100 mila euro. Le indagini hanno portato anche al sequestro di alcuni cantieri della Brebemi in territorio di Milano e Bergamo. Le manette scattano il 30 novembre 2011.

Angelo Giammario (Pdl) il 14 marzo 2012 riceve la visita dei carabinieri che indagano il consigliere per l’ipotesi di corruzione e finanziamento illecito dei partiti. La vicenda in questione è legata agli appalti per il verde pubblico, soprattutto tra Milano e la Brianza.

 Romano La Russa (Pdl)l’assessore alla sicurezza della regione Lombardia e fratello dell’ex ministro alla Difesa viene indagato il 19 marzo 2012 per finanziamento illecito ai partiti nell’ambito dell’inchiesta sul caso Aler.

Roberto Formigoni (Pdl) presidente della Regione Lombardia è stato iscritto nel registro degli indagati il 23 giugno 2012, nell’inchiesta della Procura di Milano sui 70 milioni di euro che il polo privato della sanità Fondazione Maugeri ha pagato negli anni al consulente-mediatore Pierangelo Daccò.

Filippo Penati (Pd) è indagato dal 20 luglio 2011, per presunte tangenti per gli appalti dell’area Falck, si è dimesso dalla sua carica nel Consiglio regionale della Lombardia, dove era vicepresidente, mai da consigliere.

Alessandra Massei ex dirigente alla Programmazione sanitaria è indagata il 7 giugno 2012 per la vicenda giudiziaria che ruota intorno alla fondazione Maugeri.

Carlo Lucchina il direttore generale dell’assessorato alla Sanità compare il 14 giugno 2012 come indagato, perché accusato di turbativa d’asta su finanziamenti regionali, stanziati e in alcuni casi già erogati dalla Regione Lombardia, nell’ambito degli accordi stipulati tra aziende private.

Formigoni e la farsa che si sgretola (cronaca di una conferenza stampa bipolare)

Meraviglioso. Un pezzo che nemmeno Beckett riuscirebbe ad immaginare.
Formigoni arriva in sala stampa con i collaboratori e gli assistenti che non sanno più come limitare il suo sfanculamento facile a qualsiasi cosa puzzi di informazione.
Dice che la notizia è falsa.
Non è indagato.
Anzi, no, forse semplicemente non è ancora stato informato.
E comunque se è indagato non si dimette (l’avevo scritto stamattina, non c’è bisogno di essere sibille).
E qualcuno gli ricorda che aveva promesso le dimissioni. “Altro tempo storico” dice lui. Ah. Allora va bene così, certo.
Poi parla della stampa comunista che gli tende un trappolone (il Corriere della Sera comunista è roba da TSO).
Dice che anche gli altri sono indagati. E che anzi lui sarebbe tra i più bravi perché è durato da “vergine” più a lungo.

Nessuno parla del punto politico.

Qualcuno non può permettersi di urlare troppo perché da altre parti siamo al rinvio a giudizio per il braccio destro del segretario nazionale.

Nessuno dice che è il modello a fallire, mica Formigoni.

Tutti sanno che non si dimette.
Tutti sanno che bisogna correre per fare un comunicato stampa in cui si chiedono le dimissioni.
Poco, però, non troppo.
Finisce la conferenza stampa.
Si va tutti a pranzare.

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Neanche un usciere

Diceva Roberto Formigoni che le ultime vicende giudiziarie non avevano toccato minimamente Regione Lombardia. Diceva che del “suo” governo e del “suo”palazzo non era stato sfiorato da un avviso di garanzia neanche un usciere.

A leggere i giornali di oggi si capisce il perché: le porte erano tutte aperte. Gi uscieri non servivano più. E infatti l’indagine a suo carico è entrata direttamente senza nemmeno bisogno di suonare, presentarsi e lasciare il documento d’identità. Del resto gli avvisi di garanzia sono clienti abituali del Grand Hotel del Pirellone e Palazzo Lombardia.

E così Formigoni stamattina si sveglia indagato.
E nessuno creda che sarà dimissionario.

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La salute prima del profitto

È lo striscione che dice più di mille parole esposto oggi dai lavoratori del San Raffaele in sciopero.

La manifestazione ha visto sciopero e corteo da via Olgettina a San Raffaele Turro. I motivi “sono molto seri: su tutti l’assunzione dei lavoratori precari, per evitare la riduzione degli organici, che significa anche riduzione della qualita’ dell’assistenza. Infatti, i contratti scaduti nelle ultime settimane non sono stati rinnovati e molti scadranno a fine mese”. La Rsu torna anche sulla questione incentivi, perchè un altro motivo di protesta è appunto “la riduzione dei salari avvenuta per la mancata erogazione del saldo incentivi, in un periodo in cui tutti i lavoratori hanno messo anche maggiore impegno rispetto al passato, proprio per le condizioni di incertezza dovute alla crisi economica che ha colpito l’ospedale”.
Ma la lista è lunga: “C’e’ la tutela della sicurezza e la salute, di lavoratori e pazienti”, tema su cui i sindacati ribadiscono l’intenzione di “respingere ogni ipotesi di risparmio sui costi di gestione e manutenzione che abbiano risvolti negativi”. E ancora “l’avvio di corrette relazioni sindacali e il rispetto degli accordi, poiche’ il confronto, ad oggi, e’ stato solo a senso unico e ad ogni richiesta dei lavoratori, la risposta e’ stata no”, si legge nella nota.

È il solito cortocircuito della sanità lombarda: i soldi sono pubblici, i conti però non ci competono perché le strutture sono privati, quindi i reati eventuali scivolano addosso a Formigoni (vorrebbe, lui) e comunque è un’eccellenza che non si deve mettere in discussione. E i diritti dei lavoratori non sono cosa nostra.
Ah, intanto Carlo Lucchina (il direttore della Sanità pubblica) è indagato con altri trenta, tra l’altro.
E sperano che qualcuno ci caschi ancora.

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Ambiente: il brutto caso Brescia. Ancora.

Perché ne abbiamo parlato e fatto parlare. Abbiamo costruito le soluzioni. Continuiamo ad indignarci. E sarebbe utile leggere cosa scrive Econchiesta:

Secondo “Ambiente e tumori”, uno studio congiunto dell’associazione degli oncologi italiani (Aiom) e dei medici ambientalisti (Isde), nel 2011 la percentuale di tumori infantili a Brescia è cresciuta dell’8%, contro una media italiana del 2%. All’anno, in città, si registrano almeno 25-30 nuovi casi di carcinomi nei bambini tra i 6 e i 14 anni. Nella Leonessa d’Italia si muore un terzo di più rispetto al resto del Paese. A San Polo la situazione è ancora più critica: tra il 2008 e il 2011 la Asl locale aveva previsto che i decessi per tumore sarebbero stati 273. Invece, a fine triennio, sono stati 20 in più. Fra i fattori responsabili di questo record, come sostengono Isde e Aiom, ai primi posti c’è il degrado ambientale.

Il resto qui.

#peraldro uniti da uno stesso dolore e dalla stessa ricerca di giustizia

“E’ un’aria di giustizia che vorrei si respirasse in tutti i tribunali del Paese, penso soprattutto a quelli che devono decidere dei casi di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e Michele Ferulli (i cui parenti erano in aula, ndr), con i loro famgiliari ci sentiamo ormai tutti uniti da uno stesso dolore e dalla stessa ricerca di giustizia. Ora mi sento un po’ in pace, vorrei che mio figlio fosse ricordato per quello che era”.

Sono le parole di Lino Aldrovandi, il padre di Federico. Ne avevo parlato ieri. La sentenza è arrivata. Federico Aldrovandi è stato ucciso. I molti altri, per ora, sono solo un incidente.

Le donne, la violenza e le parole che sono importanti

Michela Murgia oggi sul suo blog in difesa del linguaggio anti violenza:

La prima rivoluzione anti-violenza è quella dei linguaggi. Stamattina su Repubblica l’ennesimo femminicidio viene raccontato così: A scatenare l’ira dell’omicida sarebbe stata la gelosia. Lei lo aveva lasciato perché stanca dei maltrattamenti subiti. Lui, furioso, si è presentato ieri sera nell’appartamento della donna, nella cittadina altoatesina. Dopo una violenta discussione, è volato qualche schiaffo. Secondo quanto avrebbero accertato gli inquirenti, lo straniero ubriaco avrebbe poi tirato fuori un coltello, ferendo la donna con quattro colpi, alcuni dei quali nella regione cardiaca.

Capito? Non è stato un pestaggio. 
Erano gli schiaffi che volavano. 
Come le farfalle, come gli uccelli, come gli aerei. 
Erna Pirpamer non è stata picchiata, ma è entrata in collisione con uno stormo di schiaffi volanti che era lì di passaggio. Minimizzare le botte come cose che volano, cioè scappano, sfuggono, si alzano per caso durante una discussione, è aggiungere la violenza delle parole a quella delle mani e dei coltelli. Chiamare la violenza, le botte e i pestaggi con il loro nome è la prima forma di rispetto e protezione dovuta alle donne che li ricevono.

Vale per i giornalisti e vale per i pubblicitari.

#peraldro per ricordare a tutti quanto sia meraviglioso il respiro, il sorriso e l’abbraccio divino di ogni figlio, anche quello degli altri

Caro Federico, ieri 19 giugno, mamma è stata sottoposta ad un intervento chirurgico rapido e urgente al nuovo ospedale di Ferrara (l’ospedale di Cona). Ciò le impedirà di essere a Roma il 21 alla IV sezione della Corte di Cassazione. L’intervento è andato bene, grazie a dei bravi e competenti medici. Tutta la famiglia di Federico sarà a Roma per la giustizia definitiva, una piccolissima giustizia. Tutta la famiglia reale e quella acquisita in questi anni. Amnesty inclusa. Patrizia non può. Mamma Patrizia chiede di tenere per mano Federico… e ringraziando manda un suo bacio.

Io le dico di stare tranquilla e serena nonostante tutto, e come in questa dolce immagine di vita, Federico alla fine della sua corsa sarà abbracciato da tanti e tenuto per mano come dalla sua mamma e dal suo papà per ricordare a tutti quanto sia meraviglioso il respiro, il sorriso e l’abbraccio divino di ogni figlio, anche quello degli altri.

Per sempre, nei nostri cuori.

Lino Aldrovandi.

Oggi la Cassazione si pronuncia sulla morte di Federico Aldovrandi.

Il solstizio d’estate è in viale Montello, a Milano, dietro al sorriso di Lea e Denise

MILANO – Blitz delle forze dell’ordine giovedì mattina in viale Montello 6, lo stabile tristemente noto come il «fortino delle cosche». Dopo quarant’anni, finalmente è stata espugnata la più longeva roccaforte di spaccio e racket di Milano, creata dalla famiglia Cosco, coinvolta nel caso di Lea Garofalo, la donna sciolta nell’acido. Strada chiusa al traffico, impiegati una settantina di uomini delle forze dell’ordine tra polizia e carabinieri per liberare l’edificio. (il Corriere ne parla qui)

Chi passa di qui lo sa bene, su Lea Garofalo e il clan Cosco ci abbiamo lasciato una pezzo di lavoro e di cuore (qui tutti i post). E sulla loro ingombrante presenza in viale Montello un pezzo di Milano aveva già preteso una soluzione senza mediazioni. Per questo è una buona notizia. Ed è il solstizio d’estate più bello che potessimo augurarci in questo sole milanese.