Si è detto molto e si è scritto moltissimo ma sentire la Raggi che scarica Marra dopo averlo difeso talmente tanto da legare a doppio filo la propria permanenza alla sua fino a poco tempo fa è un’indecenza. Così come, secondo me, è indecente chiamare conferenza stampa un monologo ridotto alla lettura di uno striminzito comunicato. Dice la Raggi che si sente di chiedere scusa a Grillo e ai romani ma forse dovrebbe chiedere scusa anche a chi (nel suo stesso partito) ha tentato di metterla più volte in guardia dallo strano personaggio che si è scelta come braccio destro e, allo stesso modo, forse sarebbe stato il caso di non sparare a palle incatenate contro i giornalisti che raccontavano il passato poco limpido di alcuni uomini scelti nella squadra della Raggi.
Ma non solo: quando si è detto che l’inesperienza (troppo spesso negata) può essere la porta aperta a scalatori e faccendieri anche da queste parti ci sono state scene di isteria. Come scrivevo proprio oggi qui la politica è una dinamica complessa che non accetta pensieri banali che puntano alla pancia: il metodo di difesa scelto oggi da Grillo (ma è scelta di Grillo?) è ugualmente pericoloso poiché ripetere meccanicamente che “questa indagine non c’entra nulla con questa consigliata” significa non considerare politica la scelta delle persone che si mettono al proprio fianco e così alla fine anche Mangano diventa uno stalliere che non ha nulla da spartire con Berlusconi. E la Raggi (come qualsiasi sindaco) potrebbe comunque essere toccata da un’indagine nella sua esperienza amministrativa e se dovesse succedere che si fa? Si butta a mare tutto quello detto fin qui?
Elaborare risposte misurate e il più possibile giuste, educarsi all’autocritica e smetterla di giocare a chi ha l’onestà più lunga misurandola con gli indagati degli altri sarebbe un passo verso la maturità. Bisognerebbe capire che è anche per il bene del M5S. Ma ci vuole scienza per diventare grandi restando giovani.