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Chiede del budget e la licenziano. Metodo Jobs Act al Riformista

Oneri e onori. Onori: Matteo Renzi giornalista può togliersi la soddisfazione ogni giorno di usare un quotidiano (il Riformista) per martellare i suoi avversari e perfino i suoi amici (chiedere a Carlo Calenda). Oneri: l’editore di Matteo Renzi politico, quell’Alfredo Romeo coimputato con il padre di Matteo in un filone romano della mega inchiesta nata dagli appalti Consip, ha licenziato in modi più che discutibili quella che doveva essere vicedirettrice di Piero Sansonetti a l’Unità.

Da direttrice de l’Unità.it in pectore al siluramento. L’incredibile vicenda di Angela Azzaro al giornale di Romeo

A raccontarlo è Angela Azzaro, già firma storica de il Riformista (di cui Romeo è editore, come per l’Unità) che sottolinea come un licenziamento che lei ritiene ingiusto sia potuto accadere proprio sotto l’egida del giornale fondato dal Antonio Gramsci: “Venerdì tardo pomeriggio – racconta Azzaro sul suo profilo Facebook – sono stata chiamata dal responsabile Risorse umane della Romeo edizioni e sono stata prima licenziata e poi cacciata in malo modo dalla redazione, senza neanche avere il tempo di parlare con il direttore Sansonetti che in quel momento era fuori e senza avere neanche il tempo di fare mente locale per capire quali effetti personali portare via”.

Azzaro racconta che le era stata offerta la direzione dell’Unità on line: “Nella prima riunione fatta con Sansonetti (direttore de l’Unità dopo esserlo stato de Il Riformista) e con l’editore, ho chiesto conto delle risorse con cui affrontare la nuova sfida. Quanti giornalisti? Quale budget? La riunione si è chiusa bruscamente e nel giro di due giorni mi è stato comunicato che non sarei stata più direttrice dell’online. Il direttore in quell’occasione mi ha ribadito che sarei rimasta con lui alla vicedirezione dell’Unità. Conferma arrivata sempre da parte del direttore anche qualche giorno prima dell’uscita”.

Poi cambia tutto. “Il giovedì prima del debutto – spiega Azzaro – nuovo capovolgimento: mi si comunica che sull’Unità non sarebbe stato indicato neanche l’incarico di vicedirettrice. Dopo altre due settimane, cioè venerdì, mi è stata consegnata la lettera di licenziamento “per giustificato motivo oggettivo” legato – scrivono – agli investimenti sostenuti per l’acquisizione dell’Unità e alle perdite legate al Riformista nel 2022”. Nella lettera di licenziamento la Romeo edizioni comunica “la soppressione della posizione lavorativa” in quanto “ritenuta superflua e non necessaria”.

Come possa diventare in così breve tempo “superflua” una giornalista che era stata indicata come vicedirettrice è un mistero. La Commissione Pari Opportunità della Federazione nazionale della Stampa e l’associazione GiULiA giornaliste sottolinea il paradosso: “Tutto ciò a poche settimane dalla sua nomina a direttrice dell’Unità online (decaduta non appena lei ha chiesto notizie sul budget) e quindi da vicedirettrice del giornale cartaceo”. Stampa Romana parla di “un episodio grave che evidenzia ancora una volta quanto il quotidiano edito da Romeo sia distante dalla storia del giornale fondato da Antonio Gramsci”.

A Angela Azzaro non è stato nemmeno concesso (lo racconta lei stessa) liberare la scrivania dai suoi effetti personali. Nessun commento arriva da Alfredo Romeo, bocca cucita anche per il direttore de l’Unità Piero Sansonetti. Nessun commento, ovviamente, da Matteo Renzi (né il politico né il giornalista) su un licenziamento che sembra un inno al mondo del lavoro che sputa i vecchi arnesi diventati inutili, come nella migliore ideologia del Jobs Act. Oneri e onori. Il politico Matteo Renzi dimostra una singolare attitudine nel dimenticare di difendere i giornalisti dai suoi amici. Gramsci intanto si starà rivoltando nella tomba.

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