Da tre giorni è al centro del dibattito tra candidati e leader di partito per le prossime elezioni europee il tappo che non si stacca più dalle bottigliette di plastica. Il leader della Lega Matteo Salvini e lo staff di comunicazione del suo partito hanno ritenuto il fastidio del ruotare un tappo un elemento rilevante per la loro campagna elettorale, dedicandogli una card pubblicata sui social per denunciare “Eco-norme surreali volute da Bruxelles” a cui Salvini propone di opporsi in nome del sempre presente “buonsenso”, qualsiasi cosa significhi.
Nell’immagine un povero tizio si tortura le narici con espressione di lancinante sofferenza. La comunicazione politica di Salvini è spesso una sfrenata banalizzazione della realtà che mira agli stomaci più che alle idee. Del resto la direttiva europea sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, in particolare dei prodotti monouso, è stato votato quando Salvini era al governo (era il primo governo Conte) e alcuni suoi deputati europei hanno votato a favore. Nessuno ha mai preso la parola in Aula. La direttiva europea è stata adottata dall’Italia durante il governo Draghi, sostenuto anche dalla Lega di Matteo Salvini.
Com’era prevedibile Salvini è stato dileggiato da molta gente, politici e non, sui social per la singolare scelta delle priorità politiche della sua campagna elettorale. Ieri il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture intervistato sui tappi che si incastrano nel naso dei suoi elettori ha invitato a “occuparsi di temi più importanti”, mimando una superiorità di intenti a una comunicazione che ha innescato lui. Un capolavoro.
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