«Vogliono denunciare Rosi Bindi per diffamazione? Allora possono denunciare anche me». Claudio Fava, deputato del gruppo misto e vicepresidente della commissione Antimafia difende l’operazione “impresentabili”. «La responsabilità politica è collettiva – spiega – di tutto l’ufficio di presidenza». Nessuna forzatura: i nomi dei 17 candidati, compreso Vincenzo De Luca, sono il frutto di un accurato lavoro di ricerca. Le polemiche di queste ore e il presunto regolamento di conti all’interno del Partito democratico? «Evidentemente Renzi ha problemi a gestire le avventate dichiarazioni dei giorni scorsi, e così preferisce mandare avanti i suoi pretoriani».
Fava, qualcuno adesso accusa la presidente Bindi di aver fatto tutto da sola.
La decisione di approvare il codice di autoregolamentazione è stata assunta lo scorso settembre da tutti i partiti, con un voto all’unanimità. Circa un mese fa ho personalmente chiesto e ottenuto di effettuare uno screening sui candidati alle elezioni. L’ufficio di presidenza della commissione Antimafia si è assunto la responsabilità di procedere.
Eppure alcuni parlamentari raccontano che la presidente avrebbe mostrato i nomi alla commissione solo pochi minuti prima della conferenza stampa di oggi. Impedendo qualsiasi valutazione.
Ma guardi che la lista di nomi la presidente non l’aveva mica nascosta nella borsetta. Quella lista è il frutto di diverse verifiche fatte dalle procure e dalla Dna anche grazie al lavoro dei nostri funzionari. Quell’elenco non prevede dibattiti né interventi discrezionali da parte della commissione.
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