Uno strumento di rilancio per l’edilizia, un «provvedimento di buon senso», oppure «una deregulation selvaggia che riempirà gli scantinati di povera gente». Nello spettro di opinioni c’è la realtà di una legge, approvata ieri dall’aula dal Pirellone, che renderà abitabili 40mila seminterrati che potranno nel caso essere trasformati anche in bar o negozi.
Tutto, o quasi, ruota intorno a una norma tecnica: uno dei parametri a cui il nuovo provvedimento permetterà infatti di derogare è l’altezza dei locali da recuperare, che in ogni caso non potrà essere inferiore a 2,40 metri. Nel caso di incremento dei volumi urbanistici è comunque previsto l’obbligo di trovare nuovi spazi per parcheggi e servizi ed è fissato un termine perentorio di 120 giorni dall’entrata in vigore del testo, entro il quale a ciascun Comune resta in ogni caso la facoltà di disporre l’esclusione di parti del territorio dall’ applicazione della legge stessa, per esigenze legate alla necessità di tutela dei luoghi.
La legge è passata con 37 voti a favore (la maggioranza di centrodestra) e 32 contrari (centrosinistra e Movimento Cinque Stelle). Le norme possono essere applicate agli immobili realizzati successivamente all’entrata in vigore della legge solo dopo 5 anni dalla loro costruzione. A inizio seduta per soli due voti era stata peraltro bocciata l’eccezione di costituzionalità sollevata dalle opposizioni.
Durante il dibattito in aula il provvedimento ha subito alcune correzioni, anche per le riserve del gruppo della Lega. Un emendamento, fatto proprio dal M5S, ha per esempio stabilito che i vani e i locali seminterrati non potranno essere oggetto di mutamento di destinazione d’uso nei dieci anni successivi al conseguimento dell’agibilità. Via libera (a scrutinio segreto) anche alla proposta di modifica con la quale si prescrive che nel caso il recupero del seminterrato comporti la creazione di un’autonoma unità abitativa, i Comuni dovranno trasmettere comunicazione alle Ats locali.
Per il relatore del provvedimento Fabio Altitonante (Forza Italia), «si tratta di una legge innovativa, facile e veloce, senza nuove tasse né burocrazia. Aumenterà l’offerta per imprese e cittadini e ci saranno effetti importanti per il rilancio del settore edile. È una legge green: zero consumo di suolo e più efficienza energetica». Soddisfatto anche il governatore leghista Roberto Maroni. «È stata approvata una legge utile e importante, esattamente come fu quella contro il consumo di suolo ingiustamente accusata dalla sinistra di favorire il partito del cemento». «Un condono preventivo», «un orrore urbanistico destinato a creare ghetti negli scantinati», protestano invece le opposizioni per una volta compatte. È in arrivo, pronosticano i consiglieri di centrosinistra, il decimo provvedimento regionale impugnato dal governo davanti alla Consulta «per ragioni di palese incostituzionalità».
Esultano invece, come prevedibile, i costruttori. Secondo Achille Colombo Clerici di Assoedilizia «si tratta di una legge di grande saggezza amministrativa che va nella direzione di rendere utilmente funzionali strutture edilizie già regolarmente esistenti, ma sottoutilizzate. In questo modo la legge ovvia ad un nonsenso. Si tratta infatti di intervenire per realizzare abitazioni o locali ad uso diverso dove già esistono spazi legittimamente costruiti; si amplia l’offerta di funzioni e non si consuma nuovo suolo». Altrettanto prevedibile l’opposizione di Legambiente che punta il dito, tra l’altro, contro le possibili conseguenze sanitarie della deregulation abitativa: «Rendere abitabili i seminterrati — dice Damiano Di Simine — implica una gravissima sottovalutazione del rischio dell’inquinamento da radon, gas radioattivo spesso presente nelle nostre cantine».
(fonte)