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Commissione Ue, von der Leyen svela la sua squadra. Tra equilibri difficili e tante incognite

In un’atmosfera carica di aspettative, Ursula von der Leyen ha finalmente alzato il sipario sulla sua nuova squadra di commissari europei. L’annuncio, giunto questa mattina a Strasburgo, segna un momento cruciale per il futuro dell’Unione Europea, delineando le figure che guideranno le politiche comunitarie nei prossimi cinque anni.

“Oggi presento una squadra di donne e uomini competenti e motivati, pronti a lavorare insieme per un’Unione più forte, più sicura e più competitiva,” ha dichiarato von der Leyen, aprendo la conferenza stampa. Le sue parole hanno dato il via a una presentazione che ha rivelato una Commissione rinnovata, con un equilibrio delicato tra continuità e cambiamento.

La squadra per sfide cruciali

Al centro dell’attenzione, sei vicepresidenze esecutive che incarnano le priorità dell’Unione. L’italiano Raffaele Fitto, dei Conservatori europei, guiderà Coesione e Riforme, una scelta che ha sollevato più di un sopracciglio negli ambienti progressisti. La spagnola Teresa Ribera si occuperà di Transizione ecologica e Concorrenza, sottolineando l’impegno dell’Ue verso una decarbonizzazione competitiva. Il francese Stéphane Séjourné, subentrato in extremis al dimissionario Thierry Breton, gestirà Prosperità e Strategia industriale.

Completano il quadro delle vicepresidenze la finlandese Henna Virkkunen per Sicurezza e Sovranità tecnologica, l’estone Kaja Kallas come Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, e la romena Roxana Mînzatu per Persone, Competenze e Preparazione.

La composizione riflette anche le sfide geopolitiche attuali. Il nuovo portafoglio della Difesa, affidato al lituano Andrius Kubilius, segnala la volontà dell’Ue di rafforzare la propria autonomia strategica. Maroš Šefčovič della Slovacchia si occuperà del delicato dossier del Commercio, mentre il polacco Piotr Serafin gestirà il Bilancio.

L’austriaco Magnus Brunner avrà la responsabilità degli Affari Interni e Migrazioni, un tema sempre caldo nell’agenda europea. Wopke Hoekstra dei Paesi Bassi manterrà il portafoglio dell’Azione per il Clima, sottolineando la continuità dell’impegno europeo in questo ambito. L’ungherese Oliver Varhelyi passerà dall’Allargamento alla Salute e al Benessere degli Animali, mentre il lettone Valdis Dombrovskis si occuperà di Economia e Semplificazione.

Il danese Dan Jorgensen avrà la cruciale delega all’Energia, il greco Apostolos Tzitzikostas ai Trasporti, mentre l’agricoltura sarà affidata al lussemburghese Christophe Hansen. Infine, l’irlandese Michael McGrath si occuperà di Giustizia e Stato di Diritto.

Un percorso accidentato verso l’approvazione

Von der Leyen ha delineato tre filoni principali che guideranno l’azione della Commissione: prosperità, sicurezza e democrazia, con le transizioni gemelle – decarbonizzazione e digitalizzazione – come sfide trasversali. “Dobbiamo garantire una transizione equa per tutti,” ha sottolineato la presidente, “e per farlo serve una coraggiosa strategia industriale che abbracci l’innovazione senza lasciare indietro nessuno.”

Il percorso che ha portato a questa composizione non è stato privo di ostacoli. Le intense trattative hanno visto momenti di tensione tra le diverse famiglie politiche europee, con l’irritazione dei liberali, l’ultimatum dei socialisti e le perplessità dei verdi. Le dimissioni di Breton hanno aggiunto un elemento di dramma dell’ultima ora. Nonostante le difficoltà, von der Leyen ha cercato di trasmettere un messaggio di unità. “I commissari non rappresentano i loro paesi, ma l’Europa e la nostra causa comune,” ha ribadito, sottolineando l’importanza di un approccio coeso alle sfide future.

Ora si apre la fase delle audizioni parlamentari, un passaggio non scontato che potrebbe riservare sorprese. Solo al termine di questo processo, con il voto finale dell’Europarlamento, sapremo se la nuova Commissione avrà la forza necessaria per guidare l’Unione Europea attraverso le turbolenze che si profilano all’orizzonte, dalle crisi climatiche alle tensioni geopolitiche, fino al rilancio della competitività globale.

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