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Concorso esterno in associazione di governo

Poveri, che fatica questi editorialisti fiancheggiatori che devono cestinare gli articoli e le bozze scritti in questi giorni, esultando per la paventata abolizione del concorso esterno in associazione mafiosa.

Qualcuno ha avuto l’occasione per premere l’acceleratore sull’abolizione di quel fastidioso reato che Falcone e Borsellino avevano pensato come strumento per colpire la cosiddetta zona grigia della mafia che negli anni è diventata una zona bianchissima.

Il ministro Nordio, con la sua ennesima avventata intervista, ha riacceso la speranza agli anti-antimafiosi che in questi anni hanno sognato un’impunità certificata anche dalle legge. Ora la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spezzato l’idillio.

Sul treno per Pompei che ha inaugurato insieme al ministro Sangiuliano (un treno “speciale” che accadrà una volta al mese) la presidente del Consiglio dopo avere deportato i giornalisti rinchiusi nel vagone dei dissidenti ha infilzato il suo ministro alla Giustizia invitandolo a concentrarsi su “altre priorità”.

A due giorni dall’anniversario della morte di Paolo Borsellino la presidente del Consiglio deve avere avuto un moto di vergogna. Del resto contro l’idea di Nordio si erano già espressi un bel po’ di persone che la mafia la combattono davvero sul campo oltre al sottosegretario Mantovano e perfino all’alleato Matteo Salvini.

“Con la premier siamo e siamo sempre stati in perfetta sintonia”, ha poi puntualizzato il ministro Nordio spiegando che la rimodulazione “del concorso esterno non è in programma”. Intanto ai giornalisti, prima forzati a salire in anticipo sul treno, poi lasciati fuori dagli scavi di Pompei e quindi assiepati al sole in attesa dell’uscita della premier è stato concesso di scrivere una notizia.

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