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Condannati per discriminazione: il razzismo è nelle sentenze

Era già accaduto nel 2019. «Rilasciare il certificato di idoneità alloggiativa ad un costo troppo oneroso, anche se in astratto non è richiesto ai soli stranieri, è discriminatorio perché solo per essi finisce per incidere su diritti fondamentali della persona come quelli alla unità familiare. Il certificato serve infatti per le pratiche di ricongiungimento familiare. Renderlo cosi difficilmente ottenibile vuole quindi dire operare una illecita discriminazione indiretta in danno degli stranieri»: lo scrisse la Corte di Appello di Brescia condannando i comuni di Rovato e Pontoglio (Brescia).

La vicenda nasce nel 2015 quando i Comuni di Rovato e Pontoglio – con l’evidente finalità di scoraggiare la presenza di stranieri nei due Comuni – avevano applicato un aumento vertiginoso del diritto di segreteria per ottenere il certificato di idoneità alloggiativa: addirittura + 624% per il Comune di Rovato e + 212% per il Comune di Pontoglio. Il comune di Pontoglio era già stato condannato per dei cartelli chee invitavano ad andarsene quanti non condividevano la “cultura occidentale”: in quel caso il Comune aveva rimosso i cartelli e non aveva proposto appello.

Qualche giorno fa si è espressa anche la Corte dei Conti che ha condannato i membri della giunta di Rovato al danno erariale. Secondo la Procura Regionale, gli oneri finanziari sostenuti dal Comune di Rovato in conseguenza della soccombenza giurisdizionale nei due gradi di giudizio avrebbero determinato un evidente pregiudizio erariale, direttamente imputabile alla responsabilità gravemente colposa degli amministratori comunali che adottarono con voto favorevole e la Deliberazione della Giunta Comunale n.108/2015 (con cui si incrementarono gli importi dovuti dai cittadini a titolo di diritti di segreteria per ottenere le certificazioni dell’idoneità degli alloggi) e le successive Deliberazioni n.166/2015 e n.168/2016 con le quali l’ente territoriale dispose di resistere in giudizio avverso il ricorso di primo grado e, successivamente alla soccombenza in tale sede, decise di proporre appello contro l’ordinanza del Tribunale di Brescia. Il danno erariale, sempre secondo la procura, andrebbe collegato ad un’inescusabile negligenza degli amministratori che avrebbero approvato all’unanimità le menzionate deliberazioni in assenza di una apprezzabile ragione giustificativa rilevante a livello pubblicistico e per finalità discriminatorie nei confronti dei cittadini stranieri.

Asgi esprime grande soddisfazione per questa pronuncia che evidenzia come le discriminazioni non sono solo atti illegittimi e “moralmente ingiusti” ma comportano anche un grave danno economico all’intera collettività. E questo non è un monologo al Festival di Sanremo.

Buon lunedì.

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