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Contestare uno scrittore ci sta, esaltare Hitler un po’ meno

Che uno scrittore venga contestato per le sue idee riportate in un suo libro è addirittura una buona notizia. Nell’epoca delle opinioni compresse in qualche riga o in qualche manciata di secondi la critica – anche forte – per il contenuto di un libro indica che la letteratura è viva ed è in salute. Le contestazioni sono indice di democrazia nonostante la ministra Roccella e i suoi colleghi di governo fatichino a comprenderlo. Stefano Massini stava presentando al Salone del libro di Torino il libro “Mein Kampf”. Suo ultimo testo teatrale sulla vita di Adolf Hitler.

Durante il dialogo con Danco Singer uno spettatore seduto in prima fila ha più volte espresso il suo disappunto ad alta voce. Ci sta. Gli incontri dal vivo si chiamano dal vivo perché sono partecipati da vivi in carne e ossa, in presenza, con le loro reazioni. In un tempo in cui la presidente del Consiglio celebra conferenze stampa senza stampa fingendo di salutare persone inesistenti in sala è quasi una rivoluzione. Finito l’incontro, mentre Stefano Massini si apprestava a raggiungere il tavolo del firmacopie l’uomo si è avvicinato a Massini, l’ha preso per il bavero della giacca strattonandolo e gridandogli in faccia queste parole: “Hitler aveva ragione, voi comunisti senza contraddittorio camuffate la storia e la state riscrivendo. Ma ora finalmente possiamo dire la verità”.

Quindi la verità è che Hitler aveva ragione nello sterminare ebrei, omosessuali, slavi, oppositori di guerra, dissidenti religiosi, disabili e neri. E poi c’è quell’affermazione: “Ora finalmente possiamo dire la verità”. Possono perché protetti, evidentemente. Da chi? Questa è la domanda.

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