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Cop28 sveglia Meloni

È una politica stretta, infeltrita e provincialissima quella che Giorgia Meloni ha portato in borsa alla Cop28 di Dubai, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Partiamo dall’inizio.

È una politica stretta, infeltrita e provincialissima quella che la premier Meloni ha portato in borsa alla Cop28 di Dubai

Tra qualche anno racconteremo che nel 2023 il più delicato incontro internazionale sui cambiamenti climatici organizzato mentre la terra bolliva come mai nella sua storia è stato presieduto dall’amministratore dell’Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc), società petrolifera di stato degli Emirati arabi uniti che è prima al mondo nella poco invidiabile classifica delle aziende i cui piani di espansione sono incompatibili con il rispetto degli obiettivi climatici. Chissà i nostri figli cosa penseranno di noi che da giornalisti stiamo raccontando la cronaca in diretta di un assassinio con gli onori che si riservano alla diplomazia.

In questo quadro nefasto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dedicato i suoi due giorni di permanenza a Dubai rilasciando dichiarazioni in difesa del suo fedele sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, attaccando i magistrati per difendere il suo ministro Nordio, commentando le parole di Gianni Letta e vaneggiando sulla sua riforma costituzionale. Questa loquacità che sopravviene quando non ci sono giornalista italiani si chiama patriofobia. Non male per una patriota.

Inevitabile che la sacerdotessa del provincialismo e delle beghe si diluisse parlando di clima e temi globali. In una conferenza per salvare il clima Meloni ha attaccato gli attivisti climatici e ha rilanciato la “neutralità energetica” che è omeopatia politica nella lotta ai cambiamenti climatici. E poi si è fatta le foto da mettere sul suo profilo Instagram. A posto così.

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