Sono arrivati al governo e hanno falciato il rapporto tra la spesa sanitaria e il Pil che si è contratto passando dal 6,9 per cento del 2022 al 6,7 per cento. Questo è solo l’inizio. La volontà di tagliare è evidente, con una riduzione nei prossimi anni di oltre 3,3 miliardi di euro: il governo ha indicato nel Def che a partire dal 2026 la spesa scenderà ancora fino al 6,2 per cento.
Intanto continuano a diminuire i posti letto negli ospedali pubblici. Curarsi diventa un lusso, la privatizzazione della sanità ci priva giorno dopo giorno della sanità. Sono arrivati al governo e l’ufficio parlamentare di bilancio certifica che dei quasi 1,2 milioni di nuclei familiari beneficiari di reddito di cittadinanza, circa 400mila (il 33,6%) sono esclusi dall’assegno di inclusione perché al loro interno non sono presenti soggetti tutelati. Sono persone già sotto la soglia di povertà.
Tra quelli che lavorano invece ben 3 milioni risultano poveri nonostante abbiano un impiego. Continueranno a esserlo visto che il governo ha dichiarato a più riprese di non avere nessuna intenzione di intervenire sul salario minimo. Niente da fare nemmeno per le pensioni. Si rimane così com’è. Sono arrivati al governo e hanno assicurato che avrebbero modificato il Pnrr.
A oggi non si sa cose e come vogliamo modifiche. Sappiamo in compenso che l’Ue è profondamente scontenta di come stanno andando le cose e le prossime rate sono a rischio. Fino a quando dunque, Meloni, abuserà della pazienza degli italiani?
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