Ogni volta che l’intellighenzia di questa destra apre bocca combina un disastro. A Filippo Facci è toccato scoprire che il mondo reale non è l’ovattato ambiente del quotidiano per cui lavora. Qui fuori non vige nemmeno il giustificazionismo della sua compagnia di giuro. Così la sua striscia “I facci vostri” diventano “facci suoi” e al giornalista non resta che accomodarsi nel suo ecosistema, fuori dalla Rai.
Parabola simile anche per il telecronista Lorenzo Leonarduzzi e il commentatore tecnico Massimiliano Mazzucchi che durante la telecronaca della finale dei Mondiali di tuffi, specialità trampolino sincronizzato, a Fukuoka, in Giappone, hanno chiacchierato allegramente come una banda di sovranisti al quinto giro di birre al bancone del bar: ora stanno facendo le valigie per tornare mogi in Italia. Identiche le risibili giustificazioni: non sapevano, non volevano, non sono sessisti. È la loro natura: si vergognano in pubblico per gli atteggiamenti di cui si bullano in privato.
Culturalmente pericolose sarebbero anche le parole del ministro Salvini che dipinge gli evasori fiscali come perseguitati o quelle della ciurma di Forza Italia che ieri ha provato a riscrivere la storia delle sentenze antimafiose di questo Paese su impulso della figlia del padrone. Ugualmente pericolose sono anche le parole di chi finge di non sapere che la Tunisia diventerà un altro sacco dell’umido in cui buttare i diritti alle porte dell’Unione europea. C’è una differenza sostanziale: questi ultimi sono classe dirigente e inamovibili. Sarebbe stato meglio per noi se avessero fatto i giornalisti.
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