Le cronache romane ci restituiscono il presidente dimissionario della Regione Liguria Giovanni Toti abbronzato e in tour negli uffici politici romani per apparecchiare il suo successore. Le gravi accuse che gli vengono mosse dalla Procura di Genova (corruzione e finanziamento illecito ai partiti) non hanno meritato una sola riga dei dibattiti e delle cronache.
Le cronache romane ci restituiscono il presidente dimissionario della Regione Liguria Giovanni Toti abbronzato e in tour negli uffici politici romani
Toti ha visitato il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per valutare una sua eventuale candidatura come successore. “Edoardo Rixi? Lo stimo – dice Toti – bisogna vedere se è disponibile e può fare campagna”. Toti ora è un “semplice cittadino”, dicono i suoi compagni di partito di centrodestra. Il garantismo peloso del resto è esattamente questo: utilizzare la leva della presunzione di innocenza sancita dalla Costituzione per sfuggire alle questioni di responsabilità.
Al di là dell’aspetto giudiziario e del processo che verrà quanto è opportuno che un ex presidente di Regione accusato di essere a capo di un sistema di potere corruttivo vada in cerca di un successore del suo potere? Giovanni Toti ha il diritto di difendersi e la Liguria pure. Toti ieri ha rilanciato anche l’idea dello scudo per gli amministratori. “Uno scudo serve, non solo per parlamentari e ministri, surreale che uno come Matteo Salvini finisca a processo”, ha detto ai giornalisti.
“Uno scudo come Capitan America – ha aggiunto -, bisogna allargare le immunità, più protezione non è necessaria solo per me ma anche per sindaci e amministratori”. La Liguria ha il diritto di difendersi da un politico che ha già cominciato a difendersi dai processi piuttosto che nei processi. Questione di opportunità, non di garantismo.
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