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Difesa respinta

Il responsabile editoriale di Pagella politica Carlo Canepa in poche righe ha demolito la retorica di Matteo Salvini sul caso Open Arms mettendo in fila i fatti.

Salvini afferma di essere a processo per aver “difeso i confini”, ma la realtà è più complessa. Il Tribunale dei Ministri lo ha indagato per possibile sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, in relazione al blocco della nave Open Arms nell’agosto 2019.

La cronologia presentata da Salvini non corrisponde a quella ricostruita dalle autorità. La Open Arms non stava “vagando” per raccogliere migranti, ma effettuava salvataggi e chiedeva ripetutamente l’assegnazione di un porto sicuro. Le offerte di aiuto da parte di Malta e Spagna, citate da Salvini, erano in realtà limitate o impraticabili date le condizioni a bordo.

Contrariamente a quanto affermato, lo sbarco di minorenni e persone vulnerabili non fu immediato, ma avvenne dopo giorni e diverse opposizioni. Inoltre, il secondo decreto di divieto d’ingresso nelle acque italiane fu firmato solo da Salvini, non da altri ministri come lui sostiene.

I dati sugli sbarchi citati dall’ex ministro sono parziali e non tengono conto che il calo era iniziato prima del suo mandato. Inoltre, sebbene il numero assoluto di morti in mare sia diminuito, la percentuale rispetto alle partenze è aumentata durante la sua gestione.

Infine, l’interpretazione di Salvini dell’articolo 52 della Costituzione sulla “difesa della patria” in relazione ai migranti appare forzata e discutibile.

Difesa repinta.

Buon lunedì.

Nella foto: la Open Arms attracca al porto di Crotone, gennaio 2024 (Francesco Placco)

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