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Dodici milioni di bambini schiavi, il lato oscuro dell’infanzia globale. Anche in Italia

Dodici milioni di bambini sono schiavi nel mondo. 3,3 milioni sono coinvolti nel nel lavoro forzato. Di questi 1,69 milioni sono schiavi sessuali, 1,31 milioni sono sotto il gioco dello sfruttamento lavorativo (in ambiti quali lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o attività illecite) e 320mila risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate. 

Il dramma globale della schiavitù minorile

Sono i numeri spaventosi contenuti nel rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2024” pubblicato da Save the children in occasione della Giornata internazionale contro la tratta degli essere umani che quest’anno nella sua sedicesima edizione restituisce voce alle vittime minorenni, accolti nel sistema di protezione anti-tratta, incontrate nei nostri progetti o ancora nelle case di accoglienza per minori non accompagnati in Italia.

La situazione in Italia: testimonianze e interventi

In Italia nei primi cinque mesi di quest’anno il Numero Verde Nazionale in Aiuto alle Vittime di Tratta e/o Grave Sfruttamento ha svolto 1150 nuove valutazioni con potenziali vittime di tratta. I minorenni valutati in questi primi cinque mesi del 2024 sono stati 62, il 5,4% del totale, di cui il 62,7% di genere maschile e il 37,3% femminile. L’81,3% dei minori valutati è nella fascia 16-18 anni. La nazionalità nigeriana, nonostante il calo, continua a essere quella con il maggior numero di valutazioni in Italia (il 25,5%), seguita da quella ivoriana (13,6%) e marocchina (11,2%).

Tra le testimonianza c’è Precious, una ragazza nigeriana di 19 anni fuggita da un matrimonio forzato cui era destinata per ripagare un debito, violentata e chiusa in una stanza per molto tempo da un uomo molto più grande di lei. Appena le è stato proposto di andare in Europa per studiare, non ha potuto rifiutare, si è detta: “Non voglio sposare questo vecchio. Qualsiasi cosa mi faccia evitare di sposarlo e di rimanere in questo posto, in Nigeria, va bene”. 

Tramite una donna, conosce chi l’aiuta ad arrivare in Libia, dove apprende l’amara verità di essere lì per essere forzata alla prostituzione. “Quella donna mi aveva mentito. Allora ho pianto. Ho detto che non potevo vivere questo tipo di vita. Ho lasciato la Nigeria per lo stesso motivo. Piangevo. Ho detto: ‘No, non posso restare in questo posto’”. 

La fotografia in Europa

In Europa, in 5 anni, dal 2017 al 2021 sono state circa 29.000 le vittime di tratta per sfruttamento sessuale e lavorativo, registrate nel database del Counter Trafficking Data Collaborative. Nella maggior parte dei casi, le vittime di tratta sono persone adulte, ovvero l’84%, e di sesso femminile (66%), ma una percentuale significativa è composta da minorenni: si tratta del 16%. Tra le vittime più piccole di età, fino agli 11 anni, sono in egual misura bambini e bambine, mentre in tutte le altre fasce d’età la prevalenza di sesso femminile è netta: si nota un picco del 77% di ragazze nella fascia d’età fra i 15 e i 17 anni.

Le vittime di tratta e sfruttamento sono spesso invisibili e se si tratta di minori, soli, indifesi, vessati da violenze fisiche o psicologiche, diventa ancora più difficile aiutarle nell’emersione. I bambini e le bambine vittime della tratta sono maggiormente soggetti a forme di abuso psicologico, fisico e sessuale rispetto alle vittime adulte, dai dati di Piccoli Schiavi Invisibili, salta all’occhio un particolare: il 69% dei minori subisce una forma di controllo psicologico, il 52% è minacciato e ingannato attraverso false promesse, mentre un 46% è soggetto a controllo fisico.

Le agenzie dell’Onu ILO e OIM sottolineano il nesso tra flussi migratori, mancanza di canali migratori sicuri e regolari e tratta di persone. Tra le richieste al governo c’è l’invito a procedere nella attuazione e nell’aggiornamento delle azioni previste dal Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2022-2025. Forse sarebbe più urgente che cercare trafficanti nell’orbe terraqueo. 

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