Ispezioni, ispezioni dappertutto. Ogni volta che un tribunale non emette una sentenza confacente alle volontà del governo la parola magica è “ispezione”. La missione degli ispettori del ministero alla Giustizia in tournée per i tribunali italiani è ormai un genere letterario. Viene da chiedersi esattamente cosa dovrebbero fare questi poveri emissari che qualcuno immagina come sicari: arrivano nel tribunale, interrogano sotto la luce di una lampada sbieca come si vede nei film gialli il povero giudice di turno e gli chiedono perché abbia emesso una sentenza del genere. Presumibilmente quello risponderà che ha scritto tutto nella sentenza, rifacendosi a leggi che sono facilmente reperibili, ancora di più al ministero della Giustizia. Contro la giudice Iolanda Apostolico del tribunale di Catania il ministro alla Giustizia Carlo Nordio ha promesso un’ispezione «leggera». Ha detto proprio così. Così un’ispezione leggera? Senza manganelli? Di fronte a uno spritz? Dicono da via Arenula che l’ispezione serve «per raccogliere informazioni». Ovvero? Chiederanno in giro se hanno mai incontrato la temibile giudice libera-migranti con qualche sinistro travestimento? Chiederanno al suo fruttivendolo se la giudice è colpevole di qualche tic alimentare?
Le ispezioni annunciate dal guardasigilli suonano come il”ti aspetto fuori” delle medie
Sono arrivati ai più alti vertici dello Stato e della politica eppure ministri, leader di partito e parlamentari non hanno ancora compreso il concetto id gerarchia delle leggi. Non gli va già che esista un diritto internazionale e delle convenzioni che (fortunatamente) impediscono di inserire gli stranieri come prede nella prossima stagione venatoria. Forse quando chiedono il “sovranismo” in fondo intendono proprio questo: che ogni governo e ogni Stato riparta ogni volta da zero potendo immaginare un concetto di legalità avulso dalla comunità internazionale, dai diritti, dalla storia. “L’ispezione” annunciata dal ministro e invocata dai partiti ormai suona come il “ti aspetto fuori” quando andavamo a scuola, dopo il litigio con qualcuno, promettendogli di sfidarsi in un ambiente meno controllato e – appunto – con meno doveri.
Consigliamo a Nordio di mandare i suoi ispettori anche a Crotone
Nel fitto calendario di ispezioni che il ministro Nordio promette ci permettiamo però di suggerirne una. Tanto una più o una meno ormai fa poco differenza. A Crotone c’è un tribunale che non molto tempo fa ha condannato un ex sindaco che non interessava a nessuno finché non è diventato un simbolo, Mimmo Lucano da Riace. Una pena mostruosa: 13 anni e mezzo di prigione. Leggendo quella sentenza (l’abbiamo letta senza bisogno di andare lì a ispezionare) si immaginava che quel sindaco così ligio e indifeso di fronte alle telecamere fosse riuscito in un piano diabolico da bestseller: secondo i giudici di Crotone fingeva di essere buono (tanto da diventare una testimonianza a livello internazionale) ma incarnava il peggio della politica italiani degli ultimi decenni. Anzi, a rileggere quella sentenza di condanna, si poteva immaginare anche che fosse talmente furbo dall’avere distratto soldi (che non sono mai stati trovati) continuando ad avere conti correnti personali pressoché vuoti e uno stile di vita pari alle persone che accoglieva. Avremmo dovuto studiare quel capolavoro di criminalità nelle scuole: Mimmo Lucano incarnava un ventaglio di reati che ne facevano il paradigma della peggiore amministrazione pubblica possibile.
Cosa potrebbero dirci i giudici che hanno scambiato Lucano per un boss diabolico?
Qualche giorno fa Diabolik Lucano è ritornato a essere un piccolo e dimenticabile ex sindaco di provincia dedito all’accoglienza come sancisce il diritto internazionale e come raccomandano gli ammennicoli religiosi sventolati ogni volta da membri del governo. È stato condannato per il “risibile” reato di abuso d’ufficio. L’aggettivo “risibile” lo rubiamo proprio al ministro Nordio che mica per niente quel reato lo vuole abolire. Quindi la sentenza d’Appello ci dice che al tribunale di Crotone hanno preso un abbaglio non indifferente, scambiando per “boss” un quasi innocente. Ecco, sarebbe curioso sapere cosa risponderebbero agli ispettori di Nordio coloro che hanno concorso alla prima sentenza di Lucano. Sarebbe curioso chiedergli dove abbiano visto reati inesistenti e come abbiano potuto definire “diabolico” un sindaco forse solo un po’ pasticcione. Dovrebbero dirci gli ispettori – a noi oltre che a Nordio – cosa siano quei 12 anni di differenza di condanna su cui ha pasteggiato elettoralmente una certa parte politica. Anche perché – pensateci bene- non è peggio un ministro che ha usato la (mala)giustizia per accumulare credito politico che una persona di giustizia che manifesta un valore?
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