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Dopo le navi il governo mette nel mirino gli aerei

Dopo le navi, gli aerei. Al governo italiano non basta sabotare il salvataggio in mare con una serie di decreti firmati da Piantedosi che puniscono la troppa voglia di non fare annegare la gente. Dopo il sabotaggio delle navi delle Ong che vengono tenute lontano dalle zone critiche del Mediterraneo caracollando per porti improbabili, dopo la raffica di fermi amministrativi ogni volta smentiti dai tribunali, ora l’Ente nazionale dell’aviazione civile (Enac) vieta agli aerei di osservare (per salvare) dall’alto i barchini dei disperati. Se non si vedono è come se non morissero, secondo i satrapi che tomberebbero tutto quel pezzo di mare che non serve ai bagnanti aperitivisti. 

Con una serie di provvedimenti identici (il 3 maggio per gli aeroporti di Lampedusa, Pantelleria, Comiso e Catania Fontanarossa e tre giorni dopo per quelli di Trapani Birgi, Palermo Punta Raisi e Palermo Bocca di Falco) Enac sceglie “l’interdizione all’operatività dei velivoli e delle imbarcazioni delle ong sullo scenario del Mare Mediterraneo centrale” accusati di “compromettere l’incolumità delle persone migranti” e di sovraccaricare la Guardia costiera italiana nel salvataggio di vite. 

«Un atto vigliacco e cinico di chi usa la criminalizzazione delle ong come strumento di propaganda politica in vista delle imminenti elezioni per il rinnovo del parlamento europeo», dichiara Sea-Watch che promette: «non fermeremo le operazioni anche a costo di mettere in pericolo i nostri aerei». 

I governanti saranno maledetti dalle 2.755 persone in pericolo a bordo di 47 imbarcazioni avvistate solo nei primi tre mesi del 2024 e dalla storia. 

Buon mercoledì. 

Nella foto: frame del video da un aereo di Sea-Watch sull’intervento della Guardia costiera libica durante il salvataggio di migranti

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