Veloci, veloci, in attesa ovviamente che si svolga il processo (mentre, per inciso, la questione dei soldi della Lega è già sentenza, vale la pena ricordare): il fatto che due fratelli abbiano in mano una regione (Gianni e Marcello lì sono come Tutankamon stava all’Egitto) è una cosa deplorevole, che non lo vogliano capire quelli del PD lascia più che basiti; la sanità è la cassaforte di ogni presidenza regionale (di soldi e di voti) e sono decenni che sentiamo parlare di iniziative per la trasparenza, poi alla fine non succede mai niente; che la politica regionale decida le nomine nel campo della Sanità è un tema che forse bisognerebbe avere voglia di risolvere una volta per tutte, piuttosto legittimandole, oppure mettendo in atto strumenti che funzionano davvero; le carte della Procura (le sto studiando in questo preciso istante) disegnano per Pittella un ruolo centrale.
Per farsi un’idea vale la pena riprendere qualche pezzo. Come scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere:
«Dobbiamo accontentare tutti»: era questo il suggerimento del governatore della Basilicata Maurizio Pittella per governare il sistema sanitario nella sua Regione. E proprio seguendo questo metodo avrebbe gestito le nomine e gli appalti. Nell’ordinanza di custodia cautelare il giudice evidenzia il «Sistema di corruzione e asservimento della funzione pubblica a interessi di parte su sollecitazione di una moltitudine di questuanti». Poi specifica come «Deus ex machina di questa distorsione istituzionale nella sanità lucana è proprio il governatore Marcello Pittella che influenza le scelte gestionali delle aziende sanitarie e ospedaliere interfacciandosi direttamente con i direttori generali che sono stati nominati con validità triennale dalla sua giunta».
Le intercettazioni rivelano come il Governatore si occupasse di gestire sia le nomine dirette sia i concorsi pubblici. Uno dei metodi utilizzati e svelato dalle indagini della Guardia di Finanza era quello di decidere le assegnazioni dei posti «gonfiando» il punteggio ottenuto dai candidati ma anche falsificando i verbali delle commissioni in modo da far risultare che tutti i componenti fossero presenti.
L’Ansa:
«Il “deus ex machina’ della “distorsione istituzionale” che si è verificata nella sanità lucana è il presidente della regione Marcello Pittella. Lo scrive il Gip di Matera Angela Rosa Nettis nell’ordinanza d’arresto per il governatore della Basilicata sottolineando che Pittella “non si limita ad espletare la funzione istituzionale formulando gli atti di indirizzo politico per il miglioramento e l’efficienza” della sanità regionale, “ma influenza anche le scelte gestionali” delle Asl “interfacciandosi direttamente con i loro direttori generali” tutti da lui nominati»
Il Fatto Quotidiano:
Quinto “collettore” delle raccomandazioni di Pittella – Il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria di Matera, Pietro Quinto (in precedenza direttore generale della stessa Asm) è “il collettore delle raccomandazioni che promanano” da Pittella. Così il procuratore Argentino, nella conferenza stampa sull’operazione, spiega i rapporti tra il governatore e Quinto, in carcere con le accuse di corruzione e turbata libertà degli incanti. Dal 29 maggio 2017, si legge nell’ordinanza, ha saputo di essere intercettato e gli inquirenti ritengono sia stato avvisato dal senatore Salvatore Margiotta che aveva appena incontrato. “Molto altro ancora si sarebbe appreso di tale malgoverno del potere e della funzione pubblica se non ci fossero state illecite ingerenze – si legge nell’ordinanza – Tuttavia due mesi di captazione sono bastati a disvelare le dinamiche interne di una sfrontata gestione di uno dei settori nevralgici della Pubblica amministrazione”. Quinto, da commissario della Asm, intrattiene – secondo gli inquirenti – “significativi rapporti con altre figure politiche e religiose di spicco”, spiega il pm Argentino. E in carcere è finita anche la direttrice amministrativa della stessa Asm, Maria Benedetto.
“La politica nella sua accezione negativa e distorta” – La ratio che muove ed è al centro di questo sistema, scrive ancora il giudice Angela Rosa Nettis, è “sempre la stessa”: vale a dire “la politica nella sua sempre più fraintesa accezione negativa e distorta, non più a servizio della realizzazione del bene collettivoma a soddisfacimento dei propri bisogni di locupletazione e di sciacallaggio di potere e condizionamento sociale”. E’ la politica infatti “che condiziona pesantemente” la gestione delle Asl lucane “ed in particolar modo le procedure selettive per assumere personale nella sanità”. E questo “non solo al fine di ampliare il consenso elettorale ma anche allo scopo di ‘scambiare’ favoriai politici di pari schieramento che governano Regioni limitrofe, come è il caso della Puglia e della Campania“. E se questo è il quadro, conclude il gip, il “deus ex machina di questa distorsione istituzionale” è proprio il governatore Pittella.