Parlare di intercettazioni solo in termini di abuso – come fa anche Monti – rivela tutta la strumentalità dell’approccio al tema. Valuti il Presidente del Consiglio se tra le urgenze di questi ultimi mesi di legislatura debba proprio essere inserito un provvedimento che assumerebbe inevitabilmente l’aspetto della punizione per magistrati e giornalisti che fanno il loro dovere. Lo scrive nell’appello per scongiurare eventuali leggi bavaglio Roberto Natale, presidente della FNSI.
E poi leggi queste cose. La domenica mattina. E pensi che sono le stesse parole che continui a leggere, urlare ,scrivere negli ultimi anni. Che passano i governi e poi sembra che non passino mai per davvero. E questa volta in più è lecito (e in molti ambienti anche etico) parlare di continuità. Almeno prima eravamo tutti sul piede di guerra pronti a fare la rivoluzione. Ho pensato. Invece adesso in fondo c’è questa sensazione generalizzata di protezione del buon padre di famiglia. E stiamo parlando ancora di bavaglio, di intercettazioni. Sempre usando quelle stesse parole lì. Dice bene Roberto: con quell’approccio, anche linguistico, che è stantio e speravamo di averlo spazzato via.
E invece niente.
E allora penso: ma non sarebbe così bello, stimolante e politicamente gradito dare una svolta. Per davvero. Uscire da questo solco in cui stanno tutti ammucchiati insieme?