E insomma, amore mio, tutto questo preambolo solo per spiegarti perché in queste sere, verso la fine delle favole, mi senti un po’ tentennante. E perché quando ti racconto Cappuccetto Rosso invento sempre una fine diversa: una volta il Lupo si pente e va a comprare il vino per pranzare con la bimba e la nonna, l’altra volta scappa spaventato dal cacciatore e va al Club dei Lupi Pentiti, un’altra ancora corre dalla mamma di Cappuccetto per prendere lezioni di cucina perché i dolcetti gli sono piaciuti tanto.
Perché il primo modo per non perdere la speranza è credere che le persone possano sempre cambiare.
Perché pensando in bianco e nero vivi male e ti perdi tutte le sfumature.
Perché quando ti capiterà di metterti nei panni degli altri ti renderai conto di quante cose inaspettate riuscirai a vedere. E probabilmente ti divertirai.
Perché sicuramente incontrerai tanti Cappuccetti Rossi e tanti Lupi, ma altrettanto sicuramente non saranno tutti perfettamente buoni o perfettamente cattivi. E spesso sarà bello cercare in loro la crepa nella quale sta spuntando l’erba.
E perché il bello dei paesaggi, delle persone, delle storie, delle favole, sono i dettagli. Non le definizioni.
Una favola della buona notte dal blog ‘bellezza rara’ che vale tanto anche in pieno giorno. Sotto questo sole verticale e caldo. E che è un programma politico (del partito della bellezza) mentre tutti urlano le definizioni e si perdono i dettagli.