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Ecco il nuovo corso dell’Antimafia targata Colosimo

Parla Chiara Colosimo. La presidente della Commissione Antimafia, meloniana di ferro assai legata a Giorgia e Arianna Meloni (e quindi a Francesco Lollobrigida) ha rilasciato una lunga intervista a Il Foglio per illustrare le linee guida della Commissione che presiede.

La presidente dell’Antimafia, Chiara Colosimo, ha illustrato in un’intervista le linee guida della Commissione che presiede

Come previsto la presidente dell’Antimafia inizia la sua chiacchierata dicendo che le “fa paura, anzi vomitare chi usa questi metodi contro gli avversari politici” riferendosi all’indagine di Perugia sul finanziere che all’interno della Direzione nazionale antimafia spiava i dossier sui politici e sui vip. Questa sarebbe già una notizia: quindi Colosimo ha informazioni che le suggeriscono che la regia degli accessi illeciti fosse politica E nel caso: essendo stati spiati il suo compagno di partito e ministro della Difesa, Guido Crosetto, il leader di Italia Viva Matteo

Renzi e il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte quale forza politica potrebbe essere interessata a combattere questi tre? E soprattutto: che partito odia Totti così tanto da mettere gli occhi nel suo conto corrente?

Dopo l’inizio esplosivo Colosimo promette come prima novità la cancellazione delle decisioni precedenti. “Basta liste di proscrizione: finisce l’antimafia show. Basta gogna. II tempo delle liste di proscrizione degli impresentabili è terminato. Proporrò di cambiare il codice di autoregolamentazione del mio predecessore Nicola Morra affinchè entri in vigore prima delle elezioni europee e delle comunali del 2024. Saremo più severi sui reati di mafia e contro la Pubblica amministrazione. Ma niente lettere scarlatte sui reati di opinione: quella non è mafia”, dice Colosimo.

Che dalle parti di Fratelli d’Italia si considerino “reati d’opinione” anche la legge Mancino che si occupa di incitamento all’odio, alla violenza, di discriminazione e per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali non sembra un problema: “Presiedo l’Antimafia, non la commissione bravi ragazzi: sono scelte che spettano ai partiti, quelle di non mettere persone discutibili”, dice Colosimo. Tesi facile da smontare: essere fascisti in questo Paese non è il vezzo di un “cattivo ragazzo” ma è – ancora, per fortuna – vietato dalla Costituzione, prima che dalla legge.

A difendere le liste degli “impresentabili è Walter Verini, capogruppo Pd in Commissione Antimafia. Che spiega come “sono liste – quasi sempre – di candidati che hanno carichi pendenti o condanne per gravi e gravissimi reati, che in ogni caso forze politiche serie non dovrebbero candidare”. “Nella riforma di questo sistema che il Pd ha proposto – continua Verini – non possono essere cancellati – come la stessa Colosimo ipotizza – gravissimi reati come quelli che riguardano l’odio razziale, l’antisemitismo, la legge Mancino, spesso legati tra l’altro all’estremismo nero collegato alla criminalità organizzata. Così come quelli legati alla diffamazione, che spesso nascondono querele temerarie e intimidatorie da parte di potentati criminali e affaristici”.

La presidente FdI vuole riaprire pure le indagini su Via D’Amelio. M5S e Pd pronti alle barricate

Colosimo nella sua intervista annuncia anche di voler aprire “un filone investigativo sulle verità storiche delle stragi di mafia, partendo da quella di via D’Amelio”. “Senza sostituirsi alla politica”, precisa la presidente dell’Antimafia che però subito dopo specifica di non credere “per formazione politica” (?) alla trattativa Sato-mafia. Un capolavoro. La verità su via D’Amelio “è quello che da prima che si costituisse la commissione chiede il Movimento 5 Stelle, ma con un approccio molto diverso”, scrivono in una nota i rappresentanti del Movimento 5 Stelle nella commissione parlamentare Antimafia: “In base alle sue parole, Colosimo sembra volersi concentrare solo sull’uccisione di Paolo Borsellino e, non a caso, definisce ‘di mafia’ le stragi. Invece gli attentati del ‘92 in Sicilia e quelli continentali del ‘93 devono essere analizzati in modo unitario, hanno un’unica matrice terroristica eversiva, – scrivono i parlamentari del M5S -. Cosa Nostra non ha agito da sola. È proprio su questo aspetto che si deve indagare: ci sono elementi investigativi consolidati che mostrano come si concretizzò un progetto di destabilizzazione politica e istituzionale con un ruolo di primo piano dei servizi segreti deviati, della destra eversiva e della massoneria. In quel disegno la mafia era solo un tassello, convergente per interessi e deputata all’esecuzione materiale”.

Per i grillini “se invece in Commissione Antimafia si vogliono accreditare tesi interessate già smentite dalle indagini della magistratura o rivelatesi depistaggi, al pari della fasulla pista palestinese che altri esponenti di FdI vogliono ancora mettere in mezzo per la Strage di Bologna, per noi è inaccettabile e lo denunceremo in ogni sede. Quelle tesi le conosciamo bene, hanno dietro suggeritori interessati e non fanno altro che rialzare il polverone che tiene lontani dalla verità: escludono il coinvolgimento nella strage di via D’Amelio di apparati statali e riducono tutto a interessi economici su cui si sarebbero ritrovati Cosa Nostra e alcuni imprenditori. Questo non è quello che dicono i riscontri emersi in anni di lavoro della magistratura, in cui alla fatica delle indagini si sono aggiunti i mille ostacoli dei depistaggi”. Basta con l’antimafia show, dice la presidente della Commissione Colosimo. A noi sembra che lo show sia appena iniziato.

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