Nessuna parola, come previsto, da parte degli sceriffi del Mediterraneo che siedono negli scranni più alti del governo sugli scafisti quelli veri, gli scafisti che rispettano in toto la narrazione della maggioranza di governo: lucrano sulle perone, sono un elemento di “pull factor” spingendo i migranti a prendere un appuntamento sule coste libiche concordato con loro, uccidono le persone se diventano un impiccio nell’organizzazione della traversata e evitano i controlli una volta arrivati a terra.
Poiché non sono Ong – come tornerebbe utile a questi una condanna che sia una di qualsiasi Ong – ieri non si è discusso dell’ordinanza del Gip David Salvucci, emessa nell’ambito dell’inchiesta “Mare aperto” della Procura di Caltanissetta, che delinea l’esistenza di un’associazione «estremamente ampia e strutturata» che svolgeva «in maniera imprenditoriale» la propria attività e che poteva vantare «plurimi contatti» con gruppi analoghi attivi «non solo in varie parti della Sicilia, ma anche in altri Paesi dell’Europa (non si dimentichino i ripetuti arrivi di scafisti dalla Francia) e dell’Africa».
Ai gruppi criminali stranieri l’associazione di carattere transnazionale si appoggiava in caso di necessità di «soggetti da adibire allo svolgimento di specifiche mansioni (gli scafisti appunto) o di beni materiali necessari all’organizzazione dei viaggi e temporaneamente indisponibili al proprio interno».
«Il costante collegamento con sodalizi gemelli disposti a sopperire alle temporanee difficoltà e mancanze dell’associazione per cui si procede – si legge ancora nell’ordinanza – da sì che la sopravvivenza di quest’ultima non sia, in effetti, mai legata alla sorte dei singoli sodali, neppure quando questi si trovino in posizione apicale, poiché, con appoggi esterni, l’attività delittuosa può comunque essere fattivamente proseguita».
Nessun dibattito sull’aggravante di aver esposto a serio pericolo di vita i migranti da loro trasportati e di averli sottoposti a trattamento inumano e degradante. Nessun cenno al fatto che gli scafisti fossero disposti a buttare la gente in mare nel caso in cui avessero avuto problemi nella navigazione. Niente di niente.
Il silenzio conferma un punto semplicissimo: a questi non frega niente dell’immigrazione, non frega niente delle vite umane da salvare, non frega niente di frenare i canali criminali che ruotano intorno a questi disperati, non frega niente capire chi deliberatamente mette a rischio la vite delle persone. A questi interessa solo piegare la realtà alla loro narrazione additando le Ong come colpevoli unici (nonostante si occupano solo di una minima percentuale degli sbarchi) per incendiare i loro elettori.
Forti con i giusti e deboli con i prepotenti.
Buon venerdì.