Quel pasticciaccio brutto di EXPO 2015 sta mettendo in moto tutti i peggiori meccanismi dell’opera a tutti costi, costi quel che costi. Un’accozzaglia di interventi disorganizzati e disomogenei per tranquillizzare l’emergenza mentre tutti quelli che sono chiamati a lavorarci dipingono un quadro sempre più desolante. Ora tocca a Raffaele Cantone:
A leggere il documento di dieci pagine firmate dal magistrato non stupisce la velocità d’azione, invocata urbi et orbi soprattutto dopo l’altro grande scandalo quello del Mose, ma le critiche di poca chiarezza che emergono nei confronti degli articoli del decreto legge 90/2014 che riguardano proprio i poteri del presidente dell’Anac. Nel mirino del magistrato, che oltre a dare la caccia ai clan dei Casalesi è stato per un lungo periodo all’Ufficio del Massimario della Cassazione, l’articolo 32. Cantone trova che la descrizione del fumus bonus iuris (ovvero la presunzione dell’esistenza di presupposti sufficienti per applicare un istituto giuridico) sia oscura: “il legislatore, non sempre utilizzando una terminologia chiarissima e lasciando, quindi, adito a qualche dubbio ermeneutico, sembrerebbe distingue un duplice momento che pur avendo idealmente autonomia potrebbe, però, non averla dal punto di vista squisitamente temporale”.Quando matura questo pressupposto? Cantone, dopo un ragionamento, conclude da sé che basterà un’ordinanza di custodia cautelare o un decreto che dispone il giudizio.