Vale la pena leggere Giuseppe Musmarra e riprendere dal suo articolo una considerazione:
Landini ha traccheggiato. Ha rinviato. Si è lanciato in una serie di distinguo tra “partito” (Io un partito? Giammai!), “movimento” (Un’aggregazione spontanea? Forse) e poi “blocco sociale” (Ecco sì, wow, blocco sociale sì!). Una colossale e ridicola perdita di tempo terminologica. Perché delle due l’una: o fai politica o non la fai. Farla fingendo di non farla è una mistificazione che la gente percepisce e giudica negativamente. Nel frattempo Renzi ha ben approfittato di queste incertezze mettendo a segno una serie di riforme che hanno tolto al rassemblement alla sua sinistra molti argomenti.
Ora, al di là di una diversa opinione sul senso di “mettere a segno una serie di riforme” che hanno tolto alla sinistra argomenti (credo che siano molti di più di quelli che pensa Musmarra a non condividere lo spirito di queste ultime riforme annunciate) sono comunque d’accordo sul fatto che oggi gli elettori chiedano, soprattutto a sinistra, almeno radicalità nelle posizioni e il tira e molla di Landini, come era successo per Montezeolo e Passera e il Movimento Arancione di De Magistris, porta i cittadini a sentirsi cavie chiamate a raccolta per contare le statistiche nei sondaggi. E nessuno ne ha voglia. Nessuno.