Le previsioni sono sbagliate. Lo dice Bankitalia e lo dice la Corte dei Conti, mica il salumiere grillino sotto casa. E quando sbagli i conti di un governo non succede mica come con noi persone normale che ti dici che questo mese conviene magari evitare di uscire a prendersi la pizza in compagnia: quando sballano i dati di previsione di un governo tocca rimettere mano alla manovra, rivedere le politiche sociali e imprenditoriali, ricalcolare entrate e uscite, correggere il tiro.
Eppure è lo stesso Renzi che il primo marzo pontificava su Facebook: «Per me i numeri non sono importanti. Ma i numeri dimostrano che l’Italia è tornata. Non lasceremo l’Italia in mano ai catastrofisti.» È lo stesso Renzi che il primo settembre che scriveva nella sua newsletter che la crescita del 2016 “è dell’1%” parlando (testuale) di “realtà dei fatti e dei numeri”.
Ma se sbagliare è umano perseverare è diabolico e ciò che colpisce è la reazione del premier che proprio ieri dichiarava ai suoi “per noi non cambia niente noi andiamo avanti così”. E, scommetto, tutto intorno i suoi renzini avranno fatto sì con la testa, gli avranno detto che ha ragione, avranno appoggiato la sua tesi del complotto per mano dei gufi. Tutti insieme si sono convinti che la loro è la manovra finanziaria più bella del mondo.
Come quella favola del vestito del re. Nudo.
(il mio buongiorno per Left è qui)