Un intervento di Marco Furfaro, da condividere. Finalmente.
La cosa più grave è che di politico in tutta questa discussione non c’è niente. Tutto diventa una farsa. Persino il referendum sull’articolo 18 diventa propaganda sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori. Quel referendum non è ammissibile. Perché i referendum non vengono fatti nell’anno delle elezioni. Non lo dico io. Ma ce lo hanno detto costituzionalisti in una riunione in cui erano presenti sindacati e forze politiche e in cui, tutti insieme, compreso l’Idv avevamo deciso di non “giocare” sui lavoratori. Poi spunta il referendum e chi non lo firma perché non si presta al gioco dello sciacallaggio diventa colui che non sostiene i lavoratori. Non va bene niente di questa discussione, è solo propaganda fatta per cercare consenso. E’ ovvio che non andremo alle elezioni con l’UDC (a meno che non diventino antiproibizionisti, laici, antiliberisti, antimontiani e così via… cioè socialdemocratici praticamente), ma è altrettanto ovvio che se questo non viene percepito da tutti dobbiamo rimettere in campo un profilo chiaro e netto, e che qualche passaggio lo abbiamo sbagliato. Come, anche se mi fa orrore il gioco di Di Pietro, fino all’ultimo dobbiamo portare l’IDV all’interno del centrosinistra nel confronto sui contenuti. L’informazione italiana fa schifo, ma lo sapevamo e la comunicazione andava gestita meglio. Lo dico senza fraintendimenti, per me la partita è nel centrosinistra. Perché voglio giocarmela la partita. Ma da oggi dobbiamo parlare chiaro e candidarci alla guida del Paese, dentro e fuori le primarie, sui temi che abbiamo a cuore senza mollare di un millimetro. Perché per me quelli, anche con i rischi connessi, sono la mia discriminante per capire se ne vale la pena. Servono coraggio e chiarezza.