Con l’acronimo AREU si indica l’azienda Sanitaria regionale attivata il 2 aprile 2008 (delibera n° VIII/6994 della Giunta regionale) con il compito di promuovere l’evoluzione del sistema di emergenza e urgenza sanitaria (SSUEm 118) sviluppando l’integrazione a rete dell’assistenza intra ed extraospedaliera e fornendo valore aggiunto alla gestione delle patologie acute e complesse (infarto del miocardio, ictus, trauma cranico,…). Sul sito istituzionale si legge: la sua mission è quella di garantire, implementare e rendere omogeneo, nel territorio della Regione, il soccorso sanitario di emergenza urgenza, anche in caso di maxiemergenze; ha inoltre il compito di coordinare il trasporto di persone, organi e tessuti, le attività trasfusionali, di scambio e compensazione di sangue ed emocomponenti. In parole semplici, AREU sta dietro (e dentro) tutto ciò che comporta l’arrivo di un ambulanza per un ferito qualsiasi delle nostre città: l’ennesimo pezzo di quell’algebrico gioco di scatole cinesi che è la sanità secondo Formigoni.
Ma veniamo al punto. La riorganizzazione di AREU passa proprio in questi giorni in III commissione (sanità) con il DGR n. 1964 avente per oggetto “ soccorso sanitario extraospedaliero aggiornamento DD.G.R. N. VI/37343 del 17.7.1998, n. VIII/1716484 del 23.2.2004 e N. VIII/1743 del 18.1.2006 “; sempre semplificando, una ristrutturazione organizzativa di mezzi e risorse all’interno della regione. Ma la sorpresa vera arriva su un emendamento da parte del PDL (leggasi, Formigoni) che propone (dicono loro) una piccola integrazione: rendere possibile l’utilizzo sui mezzi di personale non facente parte del Servizio Sanitario Regionale ma affidato a cooperative. Banalizzando si potrebbe dire che vogliono togliere il personale medico del servizio pubblico per sostituirlo con personale di aziende (cooperative, per la precisione) private. Privatizzare anche questo ramo sanitario, nemmeno sorprendente come idea, nella Regione in cui il privato costruisce business su sanità (e scuola) sotto l’ala protettrice del vero assessorato alla sanità (e primo consigliere, quasi un soprasegretario) di Regione Lombardia: Comunione e Liberazione. Appena abbiamo colto il fatto che la piccola integrazione è la solita bulimia privatistica del Governatore, per ora, siamo riusciti a rimandare la votazione.
Le sigle FP CGIL CISL FP UIL FPL Lombardia scrivono: il contenuto degli emendamenti da Voi presentati alla delibera si riconduce ad un tema che negli ultimi anni é stato più volte oggetto di confronto sindacale presso l’Assessorato alla sanità, e che è stato anche declinato nel Protocollo di Intesta relativo alla riorganizzazione del sistema emergenza urgenza, sottoscritto tra l’Assessorato alla sanità regionale, la Direzione Generale Sanità ed AREU il 14 giugno scorso. Le modifiche proposte, per noi inammissibili, prefigurano un modello gestionale del servizio profondamente difforme da quello ad oggi esistente. Noi intravvediamo il rischio di notevoli problemi di ordine organizzativo e funzionale, ma anche normativo e contrattuale, per un sistema, come quello del soccorso sanitario, estremamente delicato e importante.
Non faremo un passo indietro, non ci piace per niente l’ombra delle cooperative celesti all’arrembaggio del massaggio cardiaco. Facciamolo sapere, parliamone, opponiamoci.