C’è anche un giornalista coinvolto nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta in Emilia-Romagna che ha portato all’arresto all’alba del 28 gennaio di 160 persone: Marco Gibertini, non nuovo a guai con la giustizia (qualche mese fa e’ stato arrestato per frode fiscale) e volto noto di TeleReggio.
Per lui l’accusa è concorso esterno in associazione mafiosa e, secondo quanto emerso nel corso delle indagini della dda dell’emilia-romagna, avrebbe dato una mano agli affiliati della cosca emiliana facendoli andare in tv e sui giornali per mettersi in buona luce, soprattutto dopo che erano arrivate numerose misure interdittive antimafia disposte dal prefetto di Reggio Emilia e dopo il polverone che si era sollevato, nell’autunno del 2012, relativamente alla ‘famosa’ cena tra alcuni appartenenti alla cosca e il capogruppo del Pdl, Giuseppe Pagliani (cena in cui furono poste le basi per una campagna pubblica di contrasto all’azione del prefetto).
Gibertini dedicò a questo avvenimento una puntata della trasmissione che conduceva sull’emittente, “Poke balle”, intitolandola “La cena delle beffe”, con lo scopo di dare la parole agli accusati in modo che si potessero difendere. In particolare venne intervistato Gianluigi Sarcone (arrestato oggi per associazione mafiosa). Non solo, Gibertini è accusato anche di aver “messo a disposizione degli affiliati i suoi rapporti politici, imprenditoriali e del mondo della stampa a tutti i livelli”.
Tra le altre cose fece ottenere un articolo e un’intervista sulle pagine del Resto del Carlino a Nicolino Sarcone, pubblicata il 3 febbraio 2013, pochi giorni dopo la sentenza di condanna a otto anni per estorsione e associazione di stampo mafioso, intervista in cui Sarcone si difendeva dicendo che quello dei giudici era un errore.
Gibertini, poi, avrebbe procurato ‘Clienti’ agli affiliati alla cosca ‘ndranghetista facendo loro pubblicità positiva circa la loro attività di recupero crediti: ai suoi conoscenti, Gibertini raccomandava Nicolino Sarcone come “riferimento sicuro e di grande capacità di successo”.
Indirizzò nelle mani della cosca anche diversi imprenditori che sono poi diventati vittime di estorsione da parte del gruppo, “consentendo così il sempre maggior radicamento dell’associazione nel territorio reggiano e la sua espansione in tutta la regione”.Tra gli arrestati ci sono anche il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani (Forza Italia) e importanti imprenditori del settore edile come Giuseppe Iaquinta, padre dell’ex calciatore Vincenzo campione del mondo, e Augusto Bianchini, residente nel Modenese, che ha partecipato agli appalti per la ricostruzione post terremoto in Emilia.
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