La sinistra anche in Italia deve avere pochi punti chiari su cui non deve transigere. Devi arrivare al popolo. Se fai compromessi non buoni con altri, poi la paghi. Anche elettoralmente. E’ il concetto di sinistra “riformista” ad essere falso: un movimento veramente riformista si deve porre come obiettivo delle riforme, al termine delle quali la popolazione stia meglio. La cosiddetta sinistra “riformista” oggi punta invece all’eliminazione di vantaggi sociali. Non ci si può alleare con chi si dice di sinistra e poi porta avanti politiche che non lo sono. Si torna al concetto iniziale: la formula di Die Linke è per la regolamentazione. E poi in politica estera dobbiamo dire no alla guerra. Serve un rinascimento della sinistra in tutta Europa, direi una «rifondazione», servono punti chiari e condivisi con la base; se decidono tutto i vertici allora si perde. La sinistra deve tirare fuori la testa dal sistema. Un partito si definisce dal programma. Il programma dice chiaramente chi siamo e dove vogliamo andare. E anche con chi possiamo fare il percorso. Anche rischiando di perdere qualcuno per strada. Un’idea che mi ronza nella testa: il movimento di Oskar Lafontaine.