Sono al Salone del Libro. Tutti gli anni ci dicono che è morto e che comunque non sta molto bene. Tutti gli anni balza all’occhio la differenza tra gli stand arredati come autogrill puliti prima ancora del primo cliente e le bancarelle un po’ scalcinate, sgarruppate per le unghie di tutto l’amore e la passione che ci sono appese e con i prezzi scritti a penna con il tratto del cartellino sul polso al primo nipote maschio della famiglia.
Ci sono amori di cui ti fidi solo se riescono a rimanere artigianali. Come il cibo con la nonna e le industrie.