Tre settimane fa Hamdi, tunisino di 21 anni, era sulle pagine patinate di Io donna del Corriere della Sera. “Parlata romana, sorriso incontenibile e un viaggio incredibile alle spalle. Hamdi ha 21 anni, viene dalla Tunisia e attraverso mille peripezie, letteralmente, è arrivato alla scuola di Fondazione Barilla Saranno cuochi”. Inizia così l’articolo di Erika Riggi che racconta del suo viaggio in barcone da Tunisi, della sua speranza di approdare a una vita migliore, prima che in uno Stato. Tre settimane fa Hamdi era tra i venti ragazzi, provenienti da situazioni socioeconomiche svantaggiate, selezionati da Croce Rossa e Comunità di Sant’Egidio per essere avviati al percorso di formazione di Fondazione Barilla e diventare cuochi.
Oggi Hamdi è rinchiuso in un Cpr, uno di quei buchi neri illegali e disumani, a Potenza, lontano dalla rete sociale che si è costruito in questi anni. Lo fa sapere Baobab Experience, associazione dedita alla compassione in un’epoca di empietà, che spiega come Hamdi da due anni è in attesa di ricevere risposta alla sua domanda di conversione del permesso di soggiorno per attesa di occupazione in permesso di soggiorno per lavoro subordinato. Sì, perché Hamdi ha un lavoro, lavora da anni, perfino con la maturità di evitare lo sfruttamento pretendendo un contratto regolare.
Perché l’abbiano spedito a Potenza e non a Roma è difficile da capire. Oggi si tiene l’udienza di convalida e Hamdi – come tutti i rinchiusi nei Car – non ha potuto nemmeno parlare con un avvocato.
La “pericolosità sociale” del ragazzo consiste nell’aver rubato un cappotto quando diciottenne la casa famiglia che lo ospitava l’ha buttato in mezzo a una strada in pieno inverno. La Questura l’ha deciso violando l’articolo 5 del Testo unico sull’immigrazione, omettendo di trasmettere gli atti alla Commissione territoriale. Hamdi è abbastanza italiano per lavorare e avere una rete sociale e finire sulle pagine di un settimanale ma è troppo poco italiano per i rapporti criminali tra l’Italia e la Tunisia di Kaïs Saïed.
Buon venerdì.
Foto da pagina fb Baobab Experience