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I confini dell’Unione europea per qualcuno sono catene

Nel 2023 più di 28.609 migranti hanno subito respingimenti e violazioni dei diritti umani alle frontiere europee, di cui oltre 8.400 solo negli ultimi quattro mesi dell’anno. Tuttavia, tali numeri rappresentano solo una frazione degli effettivi respingimenti illegali.

Lo spiega nel suo ottavo rapporto Protecting Rights at Borders (Prab) che evidenzia lo stato di illegalità permanente alle frontiere europee. Il monitoraggio ancora una volta conferma l’immagine di un’Unione europea che finge di non vedere le criticità alle sue frontiere. C’è la cronica mancanza di vie legali per che costringe molti migranti, provenienti da regioni colpite da conflitti, persecuzioni o disastri naturali, a intraprendere viaggi pericolosi verso l’Europa in cerca di sicurezza e opportunità. Ci sono le testimonianze di respingimenti illegali con metodi violenti e disumani, con migliaia di persone respinte forzatamente oltre il confine e sottoposte a violenze e abusi.

Prab ha intervistato 1.448 persone, documentando i trattamenti disumani e degradanti subiti dall’83% degli arrivi al confine tra Croazia e Bosnia ed Erzegovina e dal 61% al confine tra Francia e Italia. Oltre alle violenze fisiche, i respingimenti forzati privano le persone dei loro beni, lasciandole vulnerabili e senza mezzi vitali. In Italia, le organizzazioni della rete Prab hanno documentato il respingimento di 3.180 persone nelle zone di Oulx e Ventimiglia, con particolare preoccupazione per i 737 bambini, di cui 519 erano minori non accompagnati. Un aspetto inquietante è la pratica di respingere minori registrati erroneamente come adulti.

Buon mercoledì. 

Nella foto: frame del video sulla rotta balcanica – The game vivere o restare

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