Non ci ha fatto caso nessuno alla frase pronunciata dal ministro degli Estero polacco Radosław Tomasz Sikorski che in un’intervista a Sky News ha testualmente detto: “In Ucraina sono già presenti militari della Nato. Vorrei ringraziare gli ambasciatori di quei Paesi che hanno corso questo rischio. Questi Paesi sanno chi sono, ma non posso rivelarli. Contrariamente ad altri politici, non li elencherò”.
Sono parole dal suono simile a quelle del presidente della Repubblica Ceca Petr Pavel che in un’intervista al canale della rete pubblica ha testualmente detto che “dopo l’annessione della Crimea e l’occupazione di parte del Donbass, che fu essenzialmente un’aggressione anche se su scala molto più piccola di oggi, sul territorio ucraino operava una missione di addestramento della Nato, che un tempo comprendeva più di 15 Paesi e contava circa 1.000 persone”. Nessuna novità quindi per Pavel.
Pochi giorni fa è stata resa pubblica l’intercettazione di una conversazione riservata tra il capo dell’Aeronautica della Germania Ingo Gerhartz e alcuni collaboratori. L’audio, della durata di 38 minuti e risalente al 19 febbraio, riguarda la possibile consegna dei missili a lungo raggio Taurus all’Ucraina. Gli intercettati citano la presenza di soldati britannici, statunitensi e francesi in Ucraina – ufficialmente negata da Londra, Washington e Parigi – per supportare le forze kievane nell’utilizzo dei sistemi d’arma occidentali.
L’Ue con Macron in testa sta discutendo la possibilità di inviare militari Nato in Ucraina. Qualcuno teme l’escalation. Ma siamo sicuri che i militari non siano già lì?
Buon giovedì.
Nella foto: una stazione di servizio vicino a Kiev dopo un attacco missilistico russo, 7 febbraio 2024