Il numero di vite rivendicate dal Mediterraneo continua ad aumentare. Mercoledì 7 settembre la Guardia nazionale tunisina ha riferito che le sue navi avevano recuperato altri tre corpi al largo della costa meridionale di Gabes. Le vittime erano state su una barca che trasportava altri quindici migranti quando è stata “intercettata” e riportata in Tunisia.
Dall’inizio di quest’anno, oltre mille persone sono morte o scomparse nel Mediterraneo centrale cercando di raggiungere l’Europa, secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
Lo stesso giorno in cui le autorità tunisine hanno recuperato i tre corpi, più a sud nella città di Zarzis, le madri dei migranti scomparsi si sono riunite per chiedere la verità sui loro figli che sono scomparsi ormai da anni, in alcuni casi anche un decennio.
Decine di donne, alcune con i volti dei loro figli stampati sulle loro magliette, agitavano le foto dei loro amori scomparsi. Tra la folla c’erano anche cartelli che dicevano: “Stop alla violenza contro i migranti” e cartelli e magliette con lo slogan “Ferries, not Frontex”.
Per le madri quella marcia in città (che è luogo di partenza per il Mediterraneo) è il solo modo per mantenere viva la memoria dei loro figli e per chiedere risposte.
«Stiamo lottando per ottenere la verità sui nostri figli», ha detto Fatma Kasroui, una madre tunisina in lutto che non ha avuto notizie di suo figlio dal 2011. «Abbiamo bussato alle porte del ministero degli Interni e del ministero degli Affari esteri. Abbiamo organizzato sit-in. Ma non abbiamo avuto risultati. Come possono le autorità tunisine dirci che i nostri figli sono semplicemente scomparsi?».
Il raduno si è svolto 10 anni dopo la tragedia di una barca partita da Sfax con 130 migranti a bordo, diretti in Italia. Solo 56 sono sopravvissuti a quel viaggio. Un decennio dopo, rimangono molti dubbi su quanti siano effettivamente i morti.
L’Ue fornisce aiuti economici alla Tunisia, che è paralizzata dal debito. In cambio, il Paese si impegna a fermare i migranti che partono dalle sue coste, provando a impedire gli arrivi in Europa. Nonostante ciò, il numero di tentativi di attraversamento dei migranti – e delle sparizioni – dalla Tunisia continua ad aumentare.
Il numero di disastri causati da questi tentativi disperati è talmente alto che la Tunisia è a malapena in grado di seppellire i cadaveri. Ci sono due cimiteri di migranti in città, con quasi 1.000 corpi sepolti. Ormai non c’è più spazio.
Troppo facile usare l’immigrazione solo quando sarà un’utile arma d’opposizione contro il prossimo governo di destra. Troppo ipocrita essere “umanitari” a fasi alterna, nei momenti in cui torna utile per la propria battaglia politica. C’è in corso un guerra feroce da anni in cui l’Europa ha il triste ruolo del mandante.
Buon venerdì.