Il Servizio Centrale di Protezione alcuni mesi fa ha proposto una modifica di legge che permetterebbe ai testimoni di giustizia che decidono di non “scappare” in località protetta di continuare a vivere nel proprio luogo di origine, sostenuti alle stesse condizioni degli altri. “Sarebbe un segnale fortissimo” ci dice Ignazio Cutrò, che oltre che testimone di giustizia è anche presidente dell’associazione che li rappresenta. “E invece io sono alla fame e i miei figli hanno dovuto interrompere gli studi”. Altro che lotta alla mafia.
Ne ho scritto qui.