E niente: il Prefetto di Roma Gabrielli, che oggi ha presieduto la prima riunione per il prossimo “anno santo” (a poposito di priorità e laicità dello Stato, tra l’altro) non ce l’ha fatta a non cedere al machismo politico che di questi tempi va per la maggiore e davanti alle telecamere ha precisato che di sindaco ce n’è uno ma può cacciarlo quando vuole (banalizzando il “commissariamento” ad una questione di voglie del re) e ironizzando sulle vacanze di Marino (che, per carità, sono indifendibili). Così, in pratica, usando il cerino Marino ancora una volta si svilisce la politica facendo annusare un’oligarchia che (non in base a scelte democratiche) ci concede la democrazia solo perché si sente particolarmente in vena.
Il Prefetto nominato dal Governo (che non è uscito da nessuna urna) ci sta facendo il piacere di organizzare il piatto ricco degli appalti (sicuramente “urgenti” tra breve) lasciando in vita gli organi eletti.
Tutti turbopolitici con i voti degli altri.