Lo annunciano tutti entusiasti. “Nonostante il freddo anche in questo fine settimana la Lega torna in piazza: sabato 25 e domenica 26 saremo nelle piazze lombarde con oltre 500 tra banchetti e gazebo, in primis per ringraziare i cittadini lombardi per il loro voto alle elezioni regionali, per l’ottimo risultato del nostro movimento e della nostra coalizione di centrodestra.
Ma soprattutto saremo in piazza per raccogliere le firme contro il provvedimento, votato dal Parlamento europeo, per cui dal 2035 sara’ vietata la vendita in tutta l’Unione Europea di auto con motori a combustione, con una grave ripercussione economica e occupazionale per l’Italia. Per questo vogliamo far sentire la voce dei nostri cittadini. Infine in questa ‘gazebata’ lanceremo anche la campagna di tesseramento 2023: i cittadini potranno sottoscrivere al banchetto la loro tessera per il 2023, ma potranno farlo anche online all’indirizzo https://tesseramento.legaonline.it e la riceveranno poi a casa. Ci prepariamo ad un’altra grande mobilitazione elettorale sul territorio lombardo”.
Lo dichiara il deputato Fabrizio Cecchetti, coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier. La Lega di Salvini senza più “la bestia” di Luca Morisi per farsi notare ha bisogno di inventarsi bestialità. L’ultima è la raccolta firme per protestare contro l’Unione Europa. Del resto contro la norma Matteo Salvini spara più o meno tutti i giorni.
Ultima bestialità
In un’intervista a Quattroruote Salvini ha spiegato: “Chiunque capisce come la deadline del 2035, così com’è stata definita, non funziona e non è inevitabile resti tale, essendo comunque prevista una revisione nel 2026. Entro metà marzo è previsto un passaggio al Consiglio Europeo, nel quale esprimeremo la nostra opinione, quello dell’auto è un settore più sensibile, ma se potremo contare sulle alleanze che ho riscontrato negli incontri con altri ministri potremo dare vita a una massa critica e ragionare quanto meno sui tempi e modi della transizione”.
Poi, ovviamente, ci sono gli attacchi al sindaco Beppe Sala per il limite dei 30 chilometri all’ora in alcuni punti delle città (norma già in vigore in molte capitali europee, ma questo Salvini evidentemente non lo sa o finge di non saperlo). E infine con la sua solita propaganda spiega che “chi vuole andare in bici dev’essere libero di farlo dove vuole, ma la macchina è uno strumento fondamentale di lavoro che, come tale, va trattato”. In questa sua battaglia la Lega trova come alleato, manco a dirlo, la Regione Piemonte che con il comparto delle auto a motore termico ha molto a che fare.
Come riporta Torinotoday, la regione Piemonte pianifica un’alleanza con le atre 11 regioni che industrialmente hanno poli legati al mondo automotive. L’obiettivo è arrivare entro il 2026 a presentare con dei dati una proposta di ammorbidimento del ban, già approvato dal Consiglio e dal Parlamento europeo. “Non ci aspettiamo cambiamenti epocali su quello che è stato stabilito ma dobbiamo lavorare perché questo 2035 è oggettivamente per il sud dell’Europa una scadenza troppo ravvicinata rispetto alla filiera che abbiamo. Rischia di mettere in crisi tutti”, ha dichiarato Andrea Tronzano, assessore regionale del Piemonte.
La regione Piemonte avrebbe realizzato uno studio attraverso l’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali da sottoporre all’attenzione delle altre 11 regioni alleate che hanno un settore industriale minacciato dal ban 2035. Dopodiché, il documento sottoscritto dal sodalizio regionale sarà portato all’attenzione del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso che dovrà andare in Europa a negoziare una limatura del ban. Lo scopo è quello di perseguire la neutralità tecnologica, anche attraverso il riconoscimento della validità dei biocarburanti, come il diesel 100% prodotto da materie prime rinnovabili.
Ma la vera domanda è un’altra: perché raccoglie le firme la Lega Che senso ha raccogliere firme mentre si è al governo con tanto di leader seduto nel suo posto da ministro? Perché Matteo Salvini al posto di scomodare i suoi militanti al freddo non impugna il suo telefono e non chiama la sua alleata Giorgia Meloni chiedendole di usare il suo ruolo nelle sedi europee. Più semplicemente: perché la Lega e Salvini non fanno politica e continuano a giocare con la propaganda
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