Ritorno al Centrismo? Altra metafora imprecisa, se è vero che qui non si tratta di una formula politica quanto della copertura assicurata all’ennesima operazione camaleontica della corporazione dei rentiers di partito. E la mascherina asettica del tecnico certifica che tutto si svolga in maniera anestetica, indolore. Per questo si rendono necessari sensori più percettivi, per cogliere i segnali deboli nel grande brusio del detto e contraddetto. Dell’Ici imposta al patrimonio immobiliare vaticano e delle contestuali manovre che ne sterilizzino gli effetti; del beauty contest bloccato per le frequenze televisive e dell’asta che non si sa se e quando si farà; del mercato del lavoro che va riformato all’insegna dell’equità in assenza di qualsivoglia politica che crei nuovo lavoro. Gattopardo Monti – insomma – non lo pizzichi sul terreno del “bunga bunga” o della condiscendenza sottobanco verso le Mafie. Andrebbe atteso al varco dove “niente cambia mentre tutto cambia” (o meglio, veniamo indotti a pensare che il cambiamento sia effettivo). Per farlo occorrerebbe – prima di tutto – lasciar perdere il folklore narrativo e relative retoriche stereotipate. Magari si scoprirebbe che, dopo un quasi ventennio di regime reazionario, è in atto una vera e propria restaurazione conservatrice. E che la luna di miele tra SuperMario e l’intero popolo italiano è ormai agli sgoccioli. Pierfranco Pellizzetti su Il Fatto Quotidiano.