All’appuntamento barese organizzato dalle società italiana di ginecologia e ostetricia e dall’associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani il parterre era composto solo di maschi. Dal ministro Schillaci al governatore Emiliano, fino a rettori e assessori. L’unica signora? Quella stampata sulla locandina.
Il 14 e il 15 marzo nell’elegante cornice dell’hotel Villa Romanazzi Carducci di Bari si è tenuto il congresso regionale di Sigo-Agoi Puglia. Sigo è l’acronimo della società italiana di ginecologia e ostetricia, Agoi è l’associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani. Il titolo del congresso sta sospeso tra l’idea magica della donna come madre figlia di una madre e poi nonna di una nipote femmina: “Donna: nascita di una madre”. La dorsale femminile del Paese è la cura individuata da quest’epoca per risolvere il grave problema della denatalità in Italia. Il governo dio, patria e famiglia si ritrova con un amministratore delegato – dio – politicamente distonico con le scelte dell’esecutivo, con una patria ininfluente sullo scacchiere internazionale e con famiglie come rami secchi che con il loro smettere di fare figli fanno male al re. «Se vogliamo che le donne ottemperino al dovere di fare le madri», devono avere pensato, «bisogna schiacciare sul pedale della divulgazione scientifica e della divulgazione politica».
Il parterre del congresso è composto solo da uomini
Torniamo al nostro congresso pugliese. Giovedì 14 marzo il parterre era così composto: c’era il ministro alla Salute Orazio Schillaci, il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il presidente Fnomceo (la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) Filippo Anelli, il Rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini, il preside della facoltà di Medicina della suddetta università Alessandro Dell’Erba, l’assessore alla Sanità della Regione Puglia Rocco Palese, il direttore dell’AReSS Puglia Giovanni Migliore e il direttore generale del Policlinico di Bari Antonio Sanguedolce. Notate qualcosa? Tutti maschi. L’ha sottolineato sul suo account X Mila Spicola chiedendosi e chiedendo: «Cosa volete ne sappiano, le donne, di donne e di maternità?». Manca solo la valletta travestita da conduttrice (o più elegantemente relatrice) che di solito viene infilata all’ultimo per salvare la faccia.
Un tema bellissimo: donne e madri.
E chi può dirne meglio se non un bel parterre di #tuttimaschi #solomaschi?
Cosa volete ne sappiano, le donne, di donne e di maternità?#ridicoli pic.twitter.com/gJKuRlgdVT— Mila Spicola 🇪🇺🇮🇹🇨🇺 (@MilaSpicola) March 14, 2024
L’unica donna presente è quella stampata sulla locandina
L’elenco di uomini che discettano di donne che nascono madri rimanda alla celebre scena del Mistero Buffo in cui il giullare che recita il personaggio di Papa Bonifacio VIII viene accusato da Jesus di avere ammazzato dei frati e si difende: «Jesus Jesus vardame nei ogi, che mite vojo ben… che ai fraite? Ma no, che ghe vojo ben mi go sempre vorsudo ben ai fraiti», piagnucolando. A quel punto il Papa nella scena si rivolge a un chierico immaginario. «Manda a torme un fraite, svelto!», dice. Vammi a prendere un frate. Immagino i convegni di tutti maschi che discutono di questioni di donne. Maschi tronfi concentrati sull’ordine degli interventi e sugli aggettivi di usare nella cartella stampa. Solo di fronte alla bozza della locandina si accorgono che manca una donna, almeno un cenno di simulata inclusività, Ci sarà qualcuno di loro che si alza, presumibilmente il più altro in grado quindi il più maschio dei maschi, che scatta in piedi e chiede a qualche assistente lì intorno (ecco, quella potrebbe essere donna, pensandoci bene): «Manda a torme una femena, svelto!».
A spiegare alle donne come fare le donne ci pensa una ciurma di uomini: tutto chiaro no?
Agli organizzatori del congresso non è venuto nemmeno quel dubbio. Niente di niente. Hanno stampato la locandina, l’hanno pubblicizzata nel mare mosso dei comunicati stampa e dei social e probabilmente quando Mila Spicola gliel’ha fatto notare qualcuno si sarà schioccato la mano sulla fronte esclamando un «ma che caz». Attenzione, si potrebbe dire che quell’incontro comprende titolari di ruoli istituzionali. Qualcuno potrebbe dirci che non è mica colpa loro se ministri, vice ministri, assessori, presidenti, rettori, presidi e primari che si occupano del tema sono tutti maschi. Qui si aprirebbe un bel dirupo: siamo un Paese che vuole risolvere il problema della denatalità spedendo in tour una ciurma di uomini che insegnino alle donne come debbano fare le donne. E questo pensandoci bene sarebbe il tema per un congresso strepitoso che è quello che si celebra nelle piazze quando le donne alzano la voce e i maschi cercano di zittirle con un mazzo di mimose.
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