Il 15 ottobre è stato assegnato alla Commissione Attività produttive il disegno di legge “Disposizioni in materia di economia dello spazio”. In calce c’è la firma della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. All’articolo 25 si presta particolare attenzione ai “servizi di comunicazione satellitari” promettendo i criteri per la selezione dei soggetti responsabili delle infrastrutture terrestri e spaziali, e il valore complessivo di un’eventuale gara per l’aggiudicazione dei servizi. Sarà probabilmente solo un caso, ma una delle maggiori tecnologie del settore è la connessione satellitare Starlink esclusiva della società americana SpaceX, una delle aziende di Elon Musk che da tempo cerca di sbarcare in Italia superando la ritrosia di Tim.
Del resto l’indagine Sogei dello scorso ottobre ci ha già detto come al governo pensassero a Musk per risolvere con urgenza il problema delle “zone bianche” (lì dove non arriva la fibra) in Italia. Ora l’emendamento 76.07 al Disegno di Legge di Bilancio 2025, introduce alcune misure per accelerare il passaggio dalle reti in rame alle tecnologie di banda ultra larga. Oltre al danno c’è anche la beffa: si prevede infatti lo switch-off a tappe forzate della rete in rame entro termini predeterminati e un incremento per legge del 10% sui prezzi dei servizi in rame a partire dal 1° gennaio 2025. Chi non ha internet veloce dovrà pagare quindi di più il suo servizio di internet lento, dovuto alle carenze strutturali di un Paese che anche in questo corre a due velocità. A pensare male si fa peccato ma l’aumento dei prezzi potrebbe spingere in consumatori ad affidarsi al servizio che funziona anche in zone difficili: Starlink di Elon Musk.
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