Il vittimismo della compagine di governo ha assunto una piega gnegneista ieri per bocca del ministro alla Difesa Guido Crosetto che in un’intervista al Corriere della Sera è tornato a sventolare il più banale dei complotti: quello giudiziario.
L’unico grande pericolo” per la continuità dell’esecutivo, ha detto il ministro, “è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria”. Che intende Crosetto? “A me – ha spiegato – raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni’. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee…”.
In un Paese decente un ministro che agita il sospetto di un golpe di Stato dovrebbe avere almeno uno straccio di prova, dovrebbe essere passato in Procura con una regolare denuncia e dovrebbe avere già stilato una folta relazione da sottoporre al Parlamento. Il ministro di Fratelli d’Italia non ha fatto nulla di tutto questo. Anzi in serata si è detto stupito dal “clamore” delle sue dichiarazioni, come un alieno atterrato per sbaglio sul pianeta democrazia spiegandoci che voleva solo “difendere le istituzioni cercando la verità”. E questa è la sua confessione più grave ma più sincera: il discredito altrui come riconosciuto strumento di governo è una prerogativa di questo esecutivo. E torna in mente Gasparri che agitava la carota contro Report perché sapeva che Report stava indagando su di lui.
Buon lunedì.