Le notizie dell’ultimo ed ennesimo attentato pianificato ai danni del sindaco di Gela e deputato al Parlamento Europeo Rosario Crocetta dimostrano, se ce ne fosse bisogno, la pavidità e la bassezza umana della mafia gelese di fronte alla schiena dritta e lo sguardo fiero della buona politica per la legalità coltivata con impegno e senza proclami.
Con Rosario ho l’onore di avere cominciato una battaglia politica e culturale contro questo cancro indegno che avvelena il nostro paese nascondendosi tra le pieghe dell’indifferenza e dell’irresponsabilità.
Con Rosario ho imparato a sopportare le difficoltà della mia vita violentata nella tranquillità fino a costringermi all’essere scortato, osservando la sua dignità nell’affrontare i pericoli a cui e’ quotidianamente esposto.
Con Rosario ho capito l’importanza di essere vigili, prima che vigilati.
Per questo lo abbraccio restituendogli tutta la forza che mi ha sempre assicurato. Sappia la mafia gelese (che sia Stidda o Cosa Nostra) che quest’ultimo ululato vigliacco ci rafforza nella nostra voglia di contrastarla, raccontarla e rinchiuderla nella latrina che e’ l’unico suo luogo possibile, con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione a dispetto di qualsiasi pallottola e qualsiasi bomba; in Italia, in Sicilia, e personalmente ancora di più nelle pieghe lombarde in cui tenta malamente di nascondersi. Sappiamo i nomi, sappiamo le facce, e da oggi le urleremo ancora più forte. Senza paura.
Giulio Cavalli