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Il paradosso italiano: boom delle rinnovabili ma il governo frena

Il settore dell’energia solare sta vivendo una crescita senza precedenti a livello globale, superando anche le previsioni più ottimistiche degli esperti. Secondo un recente rapporto del think tank energetico Ember, le installazioni di impianti fotovoltaici raggiungeranno i 593 GW entro la fine del 2024, segnando un incremento del 29% rispetto all’anno precedente. 

Il boom del fotovoltaico: quando la realtà supera le previsioni

Questi numeri confermano il fotovoltaico come la fonte di energia più economica al mondo, evidenziando un’accelerazione del settore che va oltre le aspettative. Le proiezioni di Ember superano di quasi 200 GW le stime fornite a gennaio dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), sottolineando come il mercato stia evolvendo a un ritmo difficile da prevedere persino per gli addetti ai lavori.

La crescita è guidata da cinque paesi chiave – Cina, Stati Uniti, India, Germania e Brasile – che rappresenteranno il 75% delle nuove installazioni globali nel 2024. La Cina, in particolare, si conferma leader indiscusso, con una previsione di 334 GW di nuova capacità entro fine anno, pari al 56% del totale mondiale.

Non sono solo i mercati consolidati a trainare questa espansione. Paesi emergenti come Pakistan, Arabia Saudita, Filippine, Emirati Arabi Uniti, Thailandia e Oman stanno registrando una crescita significativa, beneficiando dell’export di tecnologie solari dalla Cina.

Italia al bivio: opportunità verde o retromarcia fossile?

L’Italia non è da meno in questo scenario di espansione. Al 30 giugno 2024, il nostro paese ha registrato oltre 1,7 milioni di impianti fotovoltaici connessi, per una potenza complessiva di 33,62 GW. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati installati 169.003 nuovi impianti, per un totale di 3,34 GW, con un aumento del 44% rispetto allo stesso periodo del 2023.

I dati si inseriscono in un contesto più ampio di transizione energetica. Nel primo semestre del 2024, per la prima volta nella storia, l’Italia ha prodotto più elettricità da fonti rinnovabili che da fonti fossili. Un traguardo storico che segna un punto di svolta nel panorama energetico nazionale.

La crescita esponenziale del fotovoltaico porta con sé alcune sfide tecniche. Gli esperti sottolineano la necessità di potenziare le reti elettriche e sviluppare sistemi di stoccaggio efficaci per gestire la distribuzione dell’energia e coprire le ore in cui la produzione solare non è al massimo. Queste sfide richiedono investimenti e politiche mirate, aspetti che il Green Deal si propone di affrontare.

Il contrasto tra l’espansione globale del fotovoltaico e la posizione del governo italiano sul Green Deal evidenzia la complessità del processo di transizione energetica. Da un lato, un settore in forte crescita che promette di rivoluzionare il panorama energetico mondiale; dall’altro, la retorica contro la transizione ecologica di Meloni e dei paesi sovranisti europei. 

La questione non è puramente ambientale, ma anche economica. Il fotovoltaico sta dimostrando di essere non solo sostenibile dal punto di vista ecologico, ma anche estremamente competitivo in termini di costi. L’Italia si trova ora a un un incrocio:può sfruttare il momentum del settore fotovoltaico per rafforzare la sua posizione nel mercato delle energie rinnovabili; oppure può adagiarsi sulla demonizzazione dell’energia verde con buona pace delle lobby del fossile. 

Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi riguardo al Green Deal e alle politiche energetiche nazionali avranno un impatto significativo non solo sul settore delle energie rinnovabili, ma sull’intero futuro economico e ambientale del paese. Le premesse, tocca ammetterlo, non sono proprio le migliori. 

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