L’indebolimento di una democrazia comincia con l’abuso delle parole e dei dettami costituzionali. Accade così, in qualsiasi parte del mondo. Quando il linguaggio si svuota di significato per diventare solo luogo di propaganda si sedimenta una pericolosa abitudine a soprassedere le gravità e le falsità che vi sono contenute.
Donzelli dice di non ritenere “democratica” l’opposizione al governo. Siamo sicuri che si tratti solo di uso spregiudicato delle parole?
Mai stanco di difendere la sua capa Giorgia Meloni il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli è intervenuto sulle parole della presidente del Consiglio che quasi tutti hanno inteso come un attacco frontale nei confronti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in merito alle note manganellate contro gli studenti che manifestavano a Pisa.
Donzelli non è un parlamentare qualsiasi, è responsabile nazionale dell’organizzazione del suo partito e ne è stato per tre anni coordinatore nazionale, fino al 2017. Spiega Donzelli che quando Giorgia Meloni ha parlato di ”istituzioni”, che “tolgono il sostegno alle forze dell’ordine”, si riferiva alle forze di opposizione in Parlamento, “perché noi speriamo sempre – dice Donzelli – di avere di fronte un’opposizione istituzionale e democratica, ma purtroppo non è cosi”.
Come ha spiegato la giurista Vitalba Azzolini il singolo parlamentare non può essere definito come istituzione, perché non rappresenta l’istituzione Parlamento, la cui volontà si esprime solo attraverso il voto collegiale, né fa istituzione a sé. Sono concetti che si studiano al primo anno di giurisprudenza che evidentemente sfuggono a influenti dirigenti politici nazionali. C’è anche altro. Donzelli dice di non ritenere “democratica” l’opposizione al governo. Siamo sicuri che si tratti solo di uso spregiudicato delle parole?
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