L’università di Cambridge che non risponde alle domande dei magistrati italiani sul loro “allievo” Giulio Regeni ci racconta che l’etica non è evidentemente requisito da insegnare con il proprio comportamento. Magari ricordiamocene, quando parliamo di autorità e prestigio.
Ancora più luride sono le giustificazioni date: una scelta “fatta dai legali che tutelano gli interessi dell’Università” per metterla al riparo da “possibili richieste di risarcimento danni per eventuali responsabilità nella mancata tutela della sicurezza del ragazzo”. Non sono solo i dittatori evidentemente a temere la verità.
Me lo segno.